Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

Censimento della popolazione: solo Messina perde contemporaneamente famiglie (-2,1%) e popolazione in famiglia (-6,4%)

Istat. Censimento permanente della popolazione: le famiglie in Italia Anni 2018 e 2019. Le famiglie aumentano ma sono sempre più piccole. Il numero medio di componenti 1 , infatti, scende da 3,35 del 1971 a 2,29 del 2019. Nelle regioni del Sud, dove le famiglie sono storicamente più numerose, si attesta a 2,5 componenti ma erano 3,75 nei primi anni ’70 e 2,92 all’inizio del nuovo millennio. Solo il comune di Messina perde contemporaneamente famiglie (-2,1%) e popolazione in famiglia (-6,4%) tra il 2011 e il 2019.  

7 marzo 2022 -  Famiglie in aumento ma sempre più piccole Al 31 dicembre 2019, il 99,4% della popolazione censita come residente in Italia (59.641.488 individui) vive in famiglia mentre sono solo 382.067 le persone in convivenza anagrafica, ossia che abitano in istituti assistenziali, ospizi, istituti di cura e altre residenze collettive. Rispetto al Censimento del 2011, in linea con l’andamento negli ultimi decenni, le famiglie sono aumentate di 1.239.356 unità (+5,0%), passando da 24.611.766 a 25.851.122; considerando gli ultimi 50 anni, l’aumento è di quasi 10 milioni (15.981.177 nel 1971). La crescita del numero di famiglie ha interessato tutte le ripartizioni del Paese anche se con intensità diverse. In particolare, tra il 2011 e il 2019 l’incremento più elevato, pari al 6,8%, è stato rilevato nelle regioni centrali, il più basso (+3,5%) nelle due isole maggiori.

Famiglie più piccole anche nei grandi comuni del Mezzogiorno

Tra il 2011 e il 2019 il numero di famiglie è aumentato nel 56,0% dei Comuni italiani: in circa la metà di quelli piccoli, con popolazione fino a 10mila abitanti, ma anche in quelli di maggiore dimensione demografica (oltre i 150mila abitanti), con l’unica eccezione di Messina. 
Nei 26 comuni con più di 150mila abitanti 4 il numero di famiglie è passato da 5.073.253 del Censimento 2011 (20,6% del totale delle famiglie) a 5.491.564 del Censimento 2019 (21,2%), la popolazione in famiglia da 11.256.535 residenti (19,0%) a 11.608.316 (19,6%). In questa tipologia di comuni le famiglie sono cresciute dell’8,2% (+5,0% a livello nazionale) mentre il numero medio di componenti si attesta a 2,11 da 2,22 del 2011. 

Solo il comune di Messina perde contemporaneamente famiglie (-2,1%) e popolazione in famiglia (-6,4%) tra il 2011 e il 2019. Torino, Genova, Venezia, Trieste, Livorno, Napoli, Bari, Taranto, Reggio di Calabria, Palermo registrano invece un aumento del numero di famiglie e al contempo una riduzione della popolazione in famiglia. Nei restanti comuni aumenta sia il numero di famiglie che la popolazione in famiglia; tra questi Milano, Parma, Roma, Cagliari spiccano per una crescita delle famiglie superiore al 10%. Nel confronto con il 2011 gli andamenti tra i capoluoghi e gli altri comuni della provincia risultano differenziati. Ad esempio, per le province di Ravenna, Perugia e Catania il grande comune guadagna popolazione e gli altri comuni la perdono. 

Il contrario si verifica a Venezia dove sono gli altri comuni della provincia a incrementare la popolazione mentre il grande centro registra un calo. Nel 2019 il numero medio di componenti per famiglia va dal minimo di circa 1,9 a Milano, Genova, Trieste e Bologna a valori superiori alla media nazionale a Reggio di Calabria (2,37), Catania (2,35) Prato e Palermo (intorno a 2,5) fino al massimo di Napoli (2,57). Nel confronto tra 2011 e 2019 emerge una decisa variabilità geografica: il numero medio di componenti rimane costante in alcuni comuni del Nord, in particolare dell’Emilia-Romagna - Parma, Reggio nell’Emilia, Modena e Bologna - che già al censimento 2011 presentavano un’ampiezza familiare in media più bassa. Si riduce in modo consistente a Napoli, Bari, Taranto, Reggio di Calabria e Cagliari, a conferma di un processo di frammentazione che interessa anche aree in passato caratterizzate da una dimensione familiare più estesa. 

 Nei 26 grandi comuni, che hanno una distribuzione diversa rispetto alla media nazionale, prevalgono le famiglie monocomponenti (42,6%, in crescita dal 37,4% del 2011), seguite da quelle con 3-5 componenti (30,8%) e con 2 componenti (25,4%). Rispetto alla media nazionale è invece più bassa la quota di famiglie con 6 componenti e più (1,2% contro 1,4%). Le famiglie con due componenti si riducono in misura maggiore nei comuni di Torino, Venezia, Padova, Trieste, Bologna, Firenze, con picco negativo a Milano (-5,3 punti percentuali), mentre aumentano a Palermo e Messina.

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