Stretto di Messina: filmato squalo bianco di tre metri vicino alla spiaggia

Reggio Calabria, filmato squalo bianco femmina di oltre tre metri a pochi metri dalla spiaggia. Due pescatori diportisti hanno ripreso l'esemplare dalla loro barca 29/04/2024 - Lo Stretto di Messina è un habitat ideale per la riproduzione degli squali. E con l’avvicinarsi della stagione estiva è tempo di bagni. E per i più fortunati l'occasione di tuffarsi in mare è quanto mai vicina. Ma la recondita paura di vedersi galleggiare intorno una pinna a filo dell'acqua a volte riaffiora, è proprio il caso di dirlo, un pochino nella testa di tutti noi. Stavolta è accaduto davvero vicino la riva di Reggio Calabria, più precisamente nelle acque di fronte la località Pentimele, nella periferia Nord di Reggio, il 24 aprile 2024.   «Questo è uno squalo bianco», dicono meravigliati i pescatori mentre osservano ciò che accade dinanzi la loro barca”. Nelle immagini registrate si vede il pescecane girare nelle vicinanze della barca, forse a causa delle esche gettate in acqua, per poi ripr

Dissesto idrogeologico: meno sensibili al problema i giovani di 14-24 anni

Istat. Tra i giovani scarsa preoccupazione per il dissesto idrogeologico Tra i cinque problemi ambientali che preoccupano le persone di 14 anni e più rientra l’inquinamento delle acque: interessa quattro persone su 10 nel 2021, con il massimo nel Centro (42,0%) e il minimo nel Mezzogiorno (38,4%). L’età sembra incidere sulla percezione del problema: le fasce più anziane (75 anni e più) manifestano minore sensibilità rispetto al resto della popolazione intervistata, con una incidenza del 33,4%.
 

21/03/2022 - Per il dissesto idrogeologico (frane e alluvioni) si dichiara preoccupato il 22,4% delle persone di 14 anni e più; meno sensibili al problema i giovani di 14-24 anni (15,9%) rispetto agli adulti di almeno 55 anni (26,3%). Il 65,9% delle persone di almeno 14 anni dichiara di prestare attenzione allo spreco dell’acqua, a conferma della crescente consapevolezza di una corretta gestione delle risorse naturali. Permangono però differenze regionali significative, con quote che assumono il valore minimo in Sicilia (60,4%) e massimo in Sardegna (71,6%). 

La preoccupazione per i cambiamenti climatici scende ai livelli del 2018. 

Gli effetti dei cambiamenti climatici e/o dell’effetto serra preoccupano, nel 2021, il 66,5% delle persone di 14 anni e più. Tuttavia, se fino all’anno pre-pandemico la quota di persone preoccupate era in costante crescita (era il 71,0% nel 2019), nel biennio 2020-2021 si registra una generale inversione di tendenza. Questo decremento, più significativo nel Nord-est (dal 73,6% al 68,2%) e nelle Isole (dal 72,8% al 64,1%), porta nel 2021 il livello di preoccupazione verso i cambiamenti climatici e l’effetto serra al valore registrato nel 2018 (66,6%), cui ha fatto seguito un aumento di attenzione nel 2019-2020, in concomitanza con i movimenti di protesta a livello globale. È ragionevole ipotizzare che negli ultimi anni le preoccupazioni per la pandemia e per la crisi economica siano state preponderanti. 

Italia al quinto posto tra i Paesi Ue27 per apporti meteorici 

In media le precipitazioni annuali registrate in Italia nel periodo 1991-2020 (valore climatico) sono state di 943 mm, pari a un afflusso annuale medio di acqua piovana di circa 285 miliardi di metri cubi. Circa il 53% dell’acqua piovana (498 mm) è però ritornato in atmosfera per evaporazione, dal terreno e dai corpi idrici, e per traspirazione attraverso gli apparati fogliari delle piante (evapotraspirazione reale). La restante parte di acqua (47%) è rimasta sul terreno, una parte infiltrandosi nel sottosuolo (21%) e l’altra scorrendo in superficie (26%), andando pertanto ad alimentare gli acquiferi, i fiumi e i laghi naturali e artificiali del Paese. Nell’ambito della collaborazione scientifica tra Istat e ISPRA per la determinazione del bilancio idrologico e idrico nazionale, la stima di tali indicatori è stata effettuata mediante il modello “BIGBANG” nella versione 5.0 (aggiornamento al 2020) di ISPRA. 

I valori esaminati rappresentano delle medie nazionali che possono differire notevolmente da ciò che viene misurato a livello locale, a causa della forte eterogeneità climatica e orografica del territorio italiano. Utilizzando i dati del Climate Data Store del “Copernicus climate change service’’ è stato possibile realizzare un confronto tra le precipitazioni medie annue (in millimetri) calcolate per tutti i Paesi dell’Unione europea, compresa l’Italia. L’analisi pone il nostro Paese tra le nazioni con un maggiore apporto pluviometrico, dopo Slovenia, Austria, Croazia e Irlanda. Considerando la media dei periodi 1981-2010 e 1991-2020 l’Italia risulta sempre al quinto posto. In particolare, nelle distribuzioni dei due periodi l’Italia è sempre oltre il 3° quartile e con valori superiori a tutti i Paesi del Nord Europa. Le precipitazioni medie annue più basse e con meno di 750 mm si registrano a Cipro, in Spagna, Ungheria, Finlandia e Polonia. Le mediane delle due distribuzioni sono di 795 mm per il trentennio 1981-2010 e di 801 mm per il 1991-2020.


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