Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

Streaming illegale: da Bologna a Messina, Palermo e Trapani una vasta operazione contro la pirateria audiovisiva

Una vasta operazione della Polizia di Stato contro la pirateria audiovisiva, disposta dalla Procura Distrettuale di Catania. I Centri Operativi Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale hanno eseguito numerose perquisizioni e sequestri sull’intero territorio nazionale nei confronti degli appartenenti ad una associazione per delinquere di carattere transnazionale. 70 indagati a vario titolo per associazione per delinquere a carattere transnazionale, riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona e altri reati.

Catania, 11/11/2022 - L’operazione ha fatto luce sul 70% di streaming illegale nazionale, pari a oltre 900.000 utenti con profitti mensili per milioni di euro.
Le città interessate dalle perquisizioni sono:
Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’Aquila e Taranto.

Presso la sede del Reparto Mobile della Polizia di Stato di Catania si è tenuta la conferenza stampa nel corso della quale sono stati illustrati i dettagli dell’operazione. 
Sequestri in 22 città italiane, milioni di euro di incassi per il 70% di streaming "pirata".
Smantellata su input della Procura Distrettuale di Catania la "rete di streaming illegale più grande in Italia". La maxi operazione è stata denominata Gotha.

Un “Giro da decine di milioni di euro al mese, avevano oltre 900mila clienti”. Smantellata un'associazione a delinquere di carattere transnazionale con ramificazioni in almeno 22 province.
Un giro d’affari da milioni di euro al mese con centinaia di migliaia di utenti coinvolti. 

Affari di ‘lusso’ con 900mila clienti – Solamente nei mesi di indagine ammontano a circa 10 milioni di euro ma si ritiene che i danni per l’industria audiovisiva potrebbero ammontare a oltre 30 milioni di euro mensili, considerato che l’operazione odierna ha fatto luce, ad avviso degli inquirenti, sul 70% di streaming illegale nazionale pari a oltre 900mila utenti.

L’organizzazione della banda – Le indagini, avviate dal Centro operativo sicurezza cibernetica di Catania con il coordinamento del Servizio polizia postale di Roma, hanno permesso di delineare l’esistenza di una associazione criminale organizzata in modo gerarchico (capo, vice capo, master, admin, tecnico, reseller), i cui capi erano distribuiti sul territorio nazionale e in Inghilterra, Germania e Tunisia. A essere danneggiate sono state Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime e Netflix attraverso il sistema delle Iptv illegali.

Un gruppo operante tra Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani, ha costituito una sorta di 'gotha' del mercato nazionale illegale dello streaming. L’indicazione di tenere un basso profilo: “Virunu ca tu t’accatti ‘na machina all’annu virunu ca ci spenni 50mila euro na machina nova, virunu ca t’accatti scappi (le scarpe, ndr) di 300 euro. Io ho dovuto fare mettere a posto pure a mia moglie, che non ci va a lavorare per pulire i soldi”.

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