Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

Pensionati: il rischio di povertà è più elevato tra le famiglie senza pensionati

Istat 2022. Nel 2021 stabile il numero di pensionati, in aumento la spesa pensionistica Al 31 dicembre 2021 sono stati spesi 313 miliardi di euro per 23 milioni di prestazioni a favore di oltre 16 milioni di pensionati. Il 37,2% dei pensionati vive in coppia senza figli, più di un quarto da solo (27,7%). Per le famiglie con pensionati, i trasferimenti pensionistici rappresentano, in media, il 64% del reddito familiare netto disponibile. L’età media dei pensionati da lavoro che dichiarano di essere occupati – uomini nel 78,4% dei casi – supera i 69 anni. 

7 dic 2022 - Rischio povertà più basso tra le famiglie con pensionati . Nel 2020, il reddito medio netto (esclusi i fitti figurativi) delle famiglie con pensionati è stimato in 33.543 euro (2.795 euro mensili), in lieve riduzione rispetto al 2019 sia in termini nominali (-0,8%) che reali (-0,7%) e, seppur di poco, superiore a quello delle famiglie senza pensionati (2.683 euro mensili) che subiscono una maggiore contrazione nei due anni (-1,0% e -0,9% rispettivamente in termini nominali e reali). La metà delle famiglie con pensionati ha un reddito netto inferiore ai 26.412 euro (2.201 euro mensili), valore mediano che scende a 22.995 euro nel Mezzogiorno, mentre si attesta intorno a 30.017 euro nel Centro e a 27.869 euro nel Nord (Tavola 11 in allegato). Le famiglie con pensionati presentano un reddito mediano lievemente più basso rispetto a quello delle famiglie senza pensionati. Tale situazione, però, si inverte se si considera il reddito netto familiare equivalente, cioè includendo l’effetto delle economie di scala e rendendo comparabili i livelli di benessere tra famiglie di diversa composizione. Infatti, il valore mediano in termini equivalenti è pari a 18.885 euro per le famiglie con pensionati contro i 17.025 euro delle restanti famiglie. 

Il vantaggio comparativo è ulteriormente avvalorato dal rischio di povertà che è pari al 14,6% per le prime e quindi di 10 punti percentuali e mezzo inferiore a quello delle seconde. Ciò conferma l’importante ruolo di protezione economico-sociale che i trasferimenti pensionistici rivestono in ambito familiare. Il rischio di povertà delle famiglie con pensionati si riduce di oltre un punto percentuale rispetto all’anno antecedente la pandemia, mentre quello delle famiglie senza pensionati cresce di 0,9 punti percentuali. La presenza di un pensionato all’interno di nuclei familiari “vulnerabili” (genitori soli o famiglie in altra tipologia) riduce sensibilmente l’esposizione al rischio di povertà, rispettivamente dal 31,4% al 15% e dal 33,9% al 12,7% (lato sinistro di Figura 4, anno 2020). Il cumulo di pensione e reddito da lavoro abbassa ulteriormente il rischio di povertà: 6,4% contro 16,6% delle famiglie sostenute da titolari di sole pensioni. 

Anche l’apporto economico dei componenti non pensionati, in particolare se occupati, riduce il rischio di povertà pur in assenza di cumulo (8,5%). Tra le famiglie con pensionati, le meno esposte al rischio di disagio economico sono quelle in cui vi è almeno un pensionato che cumula redditi da lavoro propri o insieme ad altri componenti occupati (rispettivamente al 6,4% e 1,8%), mentre le più vulnerabili sono costituite da pensionati senza redditi da lavoro che vivono assieme ad altri membri non occupati (34,7%). In conseguenza delle marcate differenze territoriali nei livelli di reddito medio e mediano, le famiglie di pensionati del Sud e delle Isole presentano nel 2020 un’incidenza del rischio di povertà due volte superiore a quella delle famiglie residenti al Centro e più che doppia rispetto a quelle del Nord.

Nel 2021, l’indice di grave deprivazione materiale (presenza di almeno quattro su nove segnali di deprivazione riferiti all’indicatore Europa 2020) mostra un’inversione di tendenza rispetto all’anno precedente in linea con il quadro socio-economico fotografato dall’indicatore di rischio di povertà (anno 2020): si attenua la situazione di svantaggio delle famiglie senza pensionati rispetto a quelle in cui sono inclusi, soprattutto in riferimento alle coppie con figli, alle monogenitore e alle altre tipologie (composte prevalentemente da più nuclei).

Commenti