Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

«Scunucchiàri p’a Mmaculàta», un modo di dire lavorato al cesello

«Scunucchiàri p'a Mmaculàta», un modo di dire non proprio elegantissimo, riferito all’Immacolata e a quella profonda devozione che si esprime con una preghiera sofferta e dolente nell’espressione di bigotti/e oranti che sembrano piegarsi dolorosamente e con strazio ai piedi della Vergine Maria. “Ohimè dolente!, misera e infelice”. In Sicilia un modo di dire sarcastico ma arguto per scolpire la dolentissima espressione del/lla santocchio/a.


9 dic 2022 - L’8 dicembre è la ricorrenza dell’Immacolata Concezione, la Beata Vergine Maria senza macchia e senza peccato, fonte di consolazione e speranza per l'umanità. Si festeggia Maria, nata senza peccato, la creatura più vicina agli esseri umani e a Dio, vita che trabocca di luce. In Sicilia è molto sentito il culto di “Maria piena di grazia e benedetta tra le donne”, intensa e tenera è la devozione alla Madre di Dio, molto stretto è il legame tra la Sicilia e l'Immacolata Concezione. Durante la peste del 1624, che fece migliaia di vittime, l'intercessione dell'Immacolata e di Santa Rosalia salvarono la città.

Un modo di dire non proprio elegantissimo

Ma c’è un modo di dire non proprio elegantissimo che fa riferimento all’Immacolata e a quella profonda devozione che si esprime con una preghiera sofferta, straziante, dolente nell’espressione di donne e oranti (in particolare) che sembrano davvero piegarsi dolorosamente e con strazio ai piedi della Madonna Vergine Maria, fonte di consolazione e speranza.
E nei confronti delle bigotte che platealmente appaiono (o si mostrano) modello “ohimè dolente!, misera e infelice”, in Sicilia c’è un modo di dire ‘crudelissimo’, sarcastico ma arguto, chiarificatore ed esplicativo. Un modo di dire lavorato al cesello per scolpire, descrivere o cantare la dolentissima espressione del/lla santocchio/a, del/lla bigotto/a, dell’uomo o donna dabbene, santocchio ma non necessariamente Cristiano (parodiando Goldoni).

«Scunucchiàri p’a Mmaculàta»

«Scunucchiàri p’a Mmaculàta» (sconocchiare per l’Immacolata): letteralmente uscire di conocchia, ovvero il pennecchio avvolto alla rocca per filare. 
«Chidda pari chi scunocchia p'a Mmaculàta!»: quella là sembra che sconocchi per l’Immacolata.
In effetti «sconocchiato» è chi è allo stremo delle forze, stremato al punto da traballare, al limite del sostentamento. Sconocchiato, debole da fare slegare le membra, al limite dello svenimento. Scunucchiàti sono la sedia o tavolo traballanti, che rischiano di crollare sotto il proprio peso.
La conocchia, o rocca, è l’antico strumento adoperato, in coppia col fuso, per la filatura delle fibre tessili.

m.m.
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Immagine da https://pacedelcuoreduepuntozero.wordpress.com

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