Sud chiama Nord: "ATM, Il Tar ha buttato nel cesso il decreto dell’assessorato alle Infrastrutture"

SUD CHIAMA NORD: “Il TAR ci dà ragione. La legge non si piega alle lobby del trasporto pubblico locale”. Il TAR di Catania ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Messina, sospendendo il provvedimento con cui la Regione Siciliana – sulla base di una circolare priva di fondamento normativo – aveva vietato all’ATM di proseguire il servizio di trasporto pubblico urbano esteso al Comune di Villafranca Tirrena. Messsina, 15 ott 2025 - La decisione dei giudici amministrativi conferma ciò che abbiamo sempre sostenuto: una circolare non può scavalcare la legge e non può essere utilizzata per mortificare la volontà del Parlamento siciliano.  “Il TAR – afferma Cateno De Luca, capogruppo di Sud chiama Nord – ha buttato nel cesso il decreto dell’assessorato alle Infrastrutture che, accogliendo il ricorso dei privati, voleva cancellare un servizio efficiente e apprezzato come quello dell’ATM verso Villafranca Tirrena. Avevamo ragione sulla bontà della norma e sulla correttezza dell’azion...

«Gastìma, jastìma o jastimàri»: più che bestemmia vuol dire stigma o lastima?

Giuseppe Pitrè spiega: «Amatimi, astimatimi, e quannu arrivati scrivitimi». Nella voce 'astimàtimi' c'è, più che il senso di stimare, quello di gastimari; imprecare. «Gastimari» viene spiegato da molti come “maledire, augurare il male, anche se in soccorso di chi è ‘gastimato’ viene il proverbio: "Al cavallo gastimato riluce il pelo". Ad onta di chi lo ha maledetto.

13/01/2023 - “Il mostro è un mago che era stato «gastimatu di 'na fata". Così racconta Giuseppe Pitrè in Billina (Fiabe novelle e racconti popolari siciliani).
Tra le note Giuseppe Pitrè spiega: «Amatimi, astimatimi, e quannu arrivati scrivitimi». "Nella voce astimàtimi, più che il senso di stimare, c'è quello di gastimari; imprecare".

«Gastimari» viene spiegato da molti come “maledire, augurare il male", anche se in soccorso di chi è ‘gastimato’ viene il proverbio: "Ô cavaddu gastimatu ci lluci ’u pilu" (al cavallo gastimato riluce il pelo). Ad onta di chi lo ha maledetto.
Gastìmma, o anche scritto gastima, jastìma o iastìma, sta per maledizione, imprecazione, malaugurio. Qualcun altro ‘traduce’ con «bestemmia» che deriva dal tardo latino ‘blasphēmia’, dal greco βλασϕημία: Espressione ingiuriosa e irriverente contro Dio, i santi e le cose sacre.

Ma da dove viene questo termine, questa (mala)parola?

E' probabile che il termine “gastìma” o “jastìma” derivi dallo spagnolo “lastimar“, vale a dire 'offendere', 'ferire'. Ma c'è pure un intendimento che rende lamentosa la parola: "Non mi cuntari lastimi" (non raccontarmi lagne, cose lamentose".
O probabilmente viene da «stigma» (o stimma), sostantivo maschile, che significa «marchio, macchia, punto, puntura». 
“Nell’uso letterario, con significato vicino a quello etimologico, marchio, impronta, carattere distintivo: quella misteriosa inclinazione... ch’è il vero stigma della nobiltà femminile (Fogazzaro). L’antica cultura popolare, tuttora radicata... specie fra i contadini, segnava di uno stigma religioso certi mali indecifrabili (Morante)”.

Tornando a Giuseppe Pitrè e alle sue splendide fiabe: “Comu la vecchia vitti accussì, cci dissi: 
- «Senti: nun ti pozzu fari nenti, cà si' figghiu di Re; ma ti mannu 'na gastima: chi nun ti pozzi maritari fin'a chi nun trovi a Bianca-comu-nivi-russa-comu-focu!»
Pure in questa fiaba il lieto fine non manca malgrado la 'gastìma', a riprova che "al cavallo gastimato riluce il pelo"
E vissero tutti felici e contenti.

Mimmo Mòllica

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