Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

«Mira il tuo popolo»: anch’io festevole corro ai tuoi pie'

In tema di canzoni c’è un brano del repertorio sacro popolare che tiene vivo un dibattito interessante e acceso per parità e disparità di vedute. Si intitola «Mira il tuo popolo» (o bella Signora) e già dire chi l’ha scritto è oggetto di dibattito e disputa. De' Liguori o Conforti? Ma c'è di mezzo pure un carcerato.

13/01/2023 - «Mira il tuo popolo» è un canto mariano dalla linea melodica felicemente ‘rotonda’, evoluta e semplice al tempo stesso, costruita con un crescendo che sostiene in maniera solida e accattivante il testo dal lessico non ordinario né banale. Una linea melodica distesa, lineare, dall’andamento gradevole, non priva di lirismo. Alfonso Maria de' Liguori viene considerato autore sia del testo che della musica ma non il trascrittore. 
Mons. Guido Maria Conforti (1905), è anche lui ritenuto l'autore (più accreditato) di "Mira il tuo popolo".

Ad Alfonso Maria de' Liguori si attribuiscono vari altri testi ma pure melodie come «Mira il tuo popolo», la canzone mariana più conosciuta: lo studioso Guido Anchini la attribuisce a de’ Liguori per la metrica molto vicina a quella di altri canti alfonsiani. Il dubbio tuttavia rimane. L'autore più accreditato è Guido Maria Conforti, ottavo di dieci figli. L'attribuzione del canto a Mons. Conforti non è tuttavia ‘univoca’. L’Inno, infatti, risulta (pure) essere stato scritto nel 1878 dall'agostiniano Padre Benedetto Giuli Monti per il secondo centenario dell’incoronazione della Madonna del Soccorso. Ma la notizia non cita la fonte. Altre fonti non verificabili attribuiscono questo canto mariano a un carcerato di Pisa.
Mira il tuo popolo, o bella Signora
che pien di giubilo oggi ti onora.
Anch'io festevole corro ai tuoi piè
oh, Santa Vergine prega per me.

Testo e linguaggio di «Mira il tuo popolo»

Se le disparità riscontrabili nel dibattito non bastassero, ad esse fanno riscontro le notevoli considerazioni sul linguaggio adoperato dall’autore nella stesura del testo, col ricorso a termini desueti o forbiti e una forma artificiosa, benché raffinata ed elegante.
Già ‘mira’ fa storcere il naso a qualcuno perché spagnoleggiante più che nostrano e poi ‘giubilo’, ‘festevole’, ‘pie'’. Sono più d'una le voci detrattrici che, magari, avrebbero preferito (preferirebbero) un linguaggio 'smart' o gli emoticon. E siamo ancora alla prima strofa.
Quello che viene dopo 'complica' ancora di più le cose: “al porto guidami per Tua mercé”; “Te potentissima l'Eterno fè”, porterebbero indietro l’orologio nell’uso della lingua italiana.

Se l’autore fosse effettivamente mons. Guido Maria Conforti (1865 – 1931) non si vede cosa ci sarebbe da stupire, se si considera che ‘Volare’ è stata scritta nel 1958 ed è considerata uno spartiacque nella storia della canzone italiana per avere abdicato al linguaggio tutto ‘cuor e amor’, intriso di arcaismi come 'beltà' e 'ansietà' e di tronche (suon, cuor, allor).
O’Ferriera’ (1929) di Bixio Cherubini e Cesare Andrea Bixio:

Scende silente l'oscurità
ed ogni artiere con ansietà,
col sole che declina,
esce dall'officina...
Suon di campane s'odono allor...
Com'è felice il cuor.

Troncamenti e rime (mar, sol, conservar) non bastano a rendere obsoleto un testo, malgrado il linguaggio poetico. Poiché la grammatica di una canzone ha l’obbligo della rima e della sintesi, ‘costringendo’ l'autore a scegliere e modificare l’ordine delle parole.
E ‘popolo’, ‘bella Signora’, ‘giubilo’, ‘t'onora’, ‘festevole’, ‘soccorritrice’, ‘propizia stella’, ‘Madre dei miseri’, sono parole bellissime, parole semplici e di speranza.
L’ultima strofa così recita:
Nel più terribile, estremo agone
fammi tu vincere il 'rio dragone',
propizio rendimi il sommo re
oh, Santa Vergine prega per me.

Ecco, il rio dragone ha fatto storcere ancora il naso ai puristi della lingua nelle canzoni. Forse perchè preferiscono i nomi dei diavoli dei sette vizi capitali: Lucifero, Satana, Mammone, Asmodeo, Belzebù, Leviatano, Belfagor. O anche Belial, Azazel il capro nero, Beemoth la bestia, Abadon il distruttore. 

«Mira il tuo popolo» è stata interpretata da cantanti come Andrea Bocelli e Al Bano e da moltissime corali, bande, orchestre italiane e straniere. Con cuore in giubilo e voce festevole.

Mimmo Mòllica

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