Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, Libera celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L'iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.
21/03/2023 - Dal 1996, ogni anno, una città diversa, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Il 21 marzo in tanti luoghi del nostro Paese per un abbraccio sincero ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, non dimenticando le vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere.
Il 1° marzo 2017, con voto unanime alla Camera dei Deputati, è stata approvata la proposta di legge che istituisce e riconosce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
L'idea di un elencoL'idea di un
elenco di tutte le vittime innocenti delle mafie, nasce con Libera, grazie alla volontà del presidente don Luigi Ciotti e di una madre, Saveria Antiochia. Dal 1861 a oggi sono 1069 i nomi dell'elenco. 1069 storie che ripercorrono tutta la storia d'Italia, dall'Unità fino all'anno scorso, quando alla periferia di Napoli resta vittima di un agguato di camorra Antimo Imperatore, operaio 56enne, ucciso mentre stava montando una zanzariera a casa del vero obiettivo del killer.
Tra i nomi inseriti in elenco negli ultimi anni, sono sempre più numerosi quelli di vittime internazionali. Come Derk Wiersum e Peter de Vries, uccisi ad Amsterdam per essere diventati avvocato e consigliere di fiducia di Nabil B., testimone chiave del processo contro Ridouan Taghi, boss della criminalità organizzata marocchino-olandese. In totale, le vittime internazionali sono 49.
Tra queste, soprattutto giovani migranti dall'Africa e dall'Europa dell'est, morti per mano del caporalato nelle campagne pugliesi e della provincia di Caserta. Ma anche magistrati, come Pierre Michel, attivisti come Luc Nkulula, e soprattutto giornalisti. Sono 11 i giornalisti uccisi per mano mafiosa in diverse parti del mondo, dalla Russia alla Somalia, da Malta al Libano. Tra loro, 6 donne.
In totale, le donne vittime della violenza mafiosa sono 133. Alcune sono donne colpite da proiettili vaganti, altre sono vittime di vendette trasversali, uccise per legami parentali con uomini di mafia, ma del tutto estranee agli affari del clan. Altre, ancora, sono donne uccise per essersi opposte al potere economico, politico, sociale e culturale delle mafie. Amministratrici pubbliche, magistrate, poliziotte, ma anche donne provenienti da contesti mafiosi che si sono ribellate alla “cultura mafiosa”, finalizzata a costruire dei legami basati esclusivamente su rapporti di forza, violenza e sopraffazione.
Sono 115 i nomi di bambini contenuti nel nostro elenco. La più piccola è Caterina Nencioni, 50 giorni, uccisa dalle bombe di via dei Georgofili, insieme a tutta la sua famiglia e al giovane Dario Capolicchio.
I nomi di vittime innocenti inseriti quest’anno sono in totale 16. Nomi e storie di cui siamo venuti a conoscenza grazie alle segnalazioni di tanti cittadini e cittadine, che scavando nella storia dei propri territori, hanno contribuito a far rimergere queste storie dall’oblio e trasformarle in memoria collettiva.
L'elenco delle vittime innocenti - 21 marzo 2023
Commenti
Posta un commento
NEBRODI E DINTORNI © Le cose e i fatti visti dai Nebrodi, oltre i Nebrodi. Blog, testata giornalistica registrata al tribunale il 12/3/1992.
La redazione si riserva il diritto di rivedere o bloccare completamente i commenti sul blog. I commenti pubblicati non riflettono le opinioni della testata ma solo le opinioni di chi ha scritto il commento.