Codice della Strada: una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi

CODICE STRADA. ANNALISA CORRADO (SEGRETERIA NAZIONALE PD E MEP S&D): “ENNESIMO DISASTRO DEL GOVERNO, NORMA REPRESSIVA E IDEOLOGICA FATTA SULLA PELLE DELLE PERSONE”  Roma, 20 novembre 2024 - "L’approvazione del Codice della Strada non è che l’ennesimo disastro del Governo, che peggiora invece di migliorare la vita dei cittadini. Si tratta di una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi che vogliono adottare pratiche innovative e che non fa assolutamente nulla per prevenire gli incidenti stradali, che ancora oggi registrano numeri terrificanti – oltre 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno”, dichiara Annalisa Corrado, Responsabile Conversione Ecologica nella Segreteria Nazionale del PD e MEP S&D, Commissione ENVI. La riforma, a lungo sbandierata dal Governo Meloni, ha ricevuto oggi l’approvazione in Senato. Tutte le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme con le associazioni ambientaliste e per la mobi

Perdite idriche: ad Agrigento e Trapani le situazioni più critiche, sospensione o riduzione dell'acqua quasi tutti i giorni

 

LE STATISTICHE DELL’ISTAT SULL’ACQUA. In un comune su quattro persa oltre la metà dell’acqua immessa in distribuzione. Più della metà dei comuni italiani (57,3%) ha perdite idriche totali in distribuzione uguali o superiori al 35% dei volumi immessi in rete. Perdite ingenti, pari ad almeno il 55%, interessano il 25,5% dei comuni. In meno di un comune su quattro (23,8%) le perdite sono inferiori al 25%. 

22/03/2023 - Grande è la variabilità a livello territoriale. Il distretto del Fiume Po si contraddistingue per la maggiore quota di comuni con perdite contenute (il 54,5% ha perdite inferiori al 35%) e per la minore con perdite molto alte (12,4% ha perdite uguali o superiori al 55%). Di contro, perdite uguali o superiori al 45% si registrano in più della metà dei comuni dei distretti Appennino centrale, Appennino meridionale (che detiene la quota più alta, 41,6%, di comuni con perdite pari ad almeno il 55,0%) e Sardegna. 

Più della metà delle regioni con perdite idriche in aumento 

In 14 regioni e province autonome su 21 e in cinque distretti idrografici su sette aumentano le perdite idriche totali in distribuzione, con gli incrementi maggiori in Basilicata, Molise e Abruzzo.

Il razionamento dell’acqua arriva al Nord 

Nel 2021, 15 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana hanno attuato misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua potabile, segnando un incremento rispetto al 2020 (+4 comuni). Non più esclusiva prerogativa dei capoluoghi del Mezzogiorno, il razionamento coinvolge anche un capoluogo del Nord (non accadeva dal 2010), Verona, e uno del Centro (dal 2018), Prato. In questi capoluoghi, nei mesi estivi, le amministrazioni hanno disposto azioni di riduzione dell’erogazione idrica.

Ancora elevate le perdite idriche nelle reti comunali di distribuzione 

Nel 2020, il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua, calcolato come differenza tra i volumi immessi in rete e i volumi erogati, è pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,2% dell’acqua immessa in rete. In riferimento all’acqua prelevata dalle fonti di approvvigionamento, le perdite idriche totali in distribuzione rappresentano una quota pari al 37,2%.

Ingenti le perdite idriche nelle aree del Centro e del Mezzogiorno 

Sebbene le perdite abbiano un andamento molto variabile, le differenze territoriali e infrastrutturali ripropongono la consolidata geografia di un gradiente Nord-Sud, con le situazioni più critiche concentrate nelle aree del Centro e Mezzogiorno, ricadenti nei distretti idrografici della fascia appenninica e insulare.

I valori più alti si rilevano, nel 2020, nei distretti Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%), seguiti dai distretti Appennino meridionale (48,7%) e Appennino centrale (47,3%). Nel distretto del Fiume Po l’indicatore raggiunge, invece, il valore minimo, pari al 31,8% del volume immesso in rete; l’indicatore risulta di poco inferiore al dato nazionale nei distretti Alpi orientali (41,3%) e Appennino Settentrionale (41,1%).

In nove regioni le perdite idriche totali in distribuzione sono superiori al 45%, con i valori più alti in Basilicata (62,1%), Abruzzo (59,8%), Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%). Di contro, tutte le regioni del Nord hanno un livello di perdite inferiore a quello nazionale, ad eccezione del Veneto (43,2%); il Friuli-Venezia Giulia, con il 42,0%, è in linea con il dato nazionale. In Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste si registra il valore minimo (23,9%), seppur in aumento di circa due punti percentuali rispetto al 2018. In circa una regione su quattro le perdite sono inferiori al 35%.

Si perde il 55% del volume immesso in rete in 20 province

Circa una provincia/città metropolitana su due ha perdite idriche totali in distribuzione superiori al dato nazionale. Si perde almeno il 55% del volume immesso in rete in 20 province che, ad eccezione delle province di Belluno e La Spezia, sono localizzate nel Centro e nel Mezzogiorno. Nelle Isole l’87% circa della popolazione risiede in province con perdite pari ad almeno il 45%, contro il 4% del Nord-ovest.

 A Chieti, Agrigento e Trapani le misure più restrittive (tranne Messina e Siracusa)

A Chieti, Agrigento e Trapani le misure più restrittive di erogazione dell’acqua Nel 2021 misure di razionamento sono adottate in quasi tutti i capoluoghi della Sicilia (tranne Messina e Siracusa), in tre della Calabria (Reggio di Calabria, Cosenza e Crotone), in uno della Campania (Avellino), due dell’Abruzzo (Chieti e Pescara), uno della Toscana (Prato) e uno del Veneto (Verona). Le situazioni più critiche si sono verificate a Chieti, Agrigento e Trapani, con la sospensione o riduzione dell'acqua in quasi tutti i giorni dell'anno, con turni diversi di erogazione estesi a quasi tutti i residenti.

A Enna e Reggio di Calabria

A Enna e Reggio di Calabria si è fatto ricorso, solo in alcune zone della città, alla riduzione dell’acqua rispettivamente per 365 e 75 giorni interessando circa la metà dei residenti. A Caltanissetta e Pescara, il 62,4% e il 21,9% dei residenti è stato sottoposto a razionamenti, rispettivamente per 61 e 141 giorni.

A Catania, Ragusa e Palermo

A Catania la distribuzione dell'acqua è stata sospesa a circa 17.400 persone per 14 giorni nell'arco dell'anno, interessando il 5,8% dei residenti (0,3% nel 2020). A Ragusa, invece, è stata ridotta per 60 giorni e sospesa per 15, per fascia oraria a circa 10.000 persone (13,8% dei residenti). A Palermo si sono verificate turnazioni in alcuni distretti dove la rete idrica è particolarmente vetusta per 183 giorni interessando l’8,8% dei residenti, mentre Avellino e Crotone hanno avuto una sospensione solo per 12 giorni che ha coinvolto, rispettivamente il 76% e il 67% della popolazione.

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