Gioiosa Marea: «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», una rete di collaborazione tra le Associazioni Pro Loco

I l 1° Seminario di Studi «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», promosso dalla Pro Loco di Gioiosa Marea. Il seminario si è  avvalso della competente presenza del prof. Filippo Grasso, docente di  Scienze del turismo, della cultura e d'impresa  presso l'Università di Messina. Coinvolti, oltre alle Associazioni Pro Loco territoriali, i protagonisti della filiera turistica. Gioiosa Marea, 10 luglio 2025 -  Lo scorso 8 luglio 2025, presso il Circolo Roma di Gioiosa Marea si è svolto il 1° Seminario di Studi «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», promosso dalla Pro Loco di Gioiosa Marea con l'intento di creare una rete di collaborazione e sinergia tra le Associazioni Pro Loco aps di prossimità. Il seminario si è  avvalso della competente presenza del prof. Filippo Grasso, docente di Scienze del turismo, della cultura e d'impresa presso l'Università di Messina e riconosciuto esperto di turismo, che ha illustrato...

Portella della Ginestra, il Memoriale sarà dichiarato di "interesse culturale"

Portella della Ginestra, il Memoriale sarà dichiarato di "interesse culturale". Un riconoscimento per tutelare l'opera realizzata da De Conciliis e che custodisce la memoria della strage del primo maggio 1947. Un atto che permetterà una corretta conservazione dell'intervento, considerato anche il primo di "land art" sul territorio siciliano. Nel pianoro di Portella, a Piana degli Albanesi, durante la festa dei lavoratori del 1947 persero la vita 11 persone e altre 27 rimasero ferite.

Palermo, 5 mag 2023 - Il Memoriale di Portella della Ginestra sarà dichiarato opera di interesse culturale. Un riconoscimento che serve a tutelare l'opera realizzata da De Conciliis e che custodisce la memoria della strage del primo maggio 1947. La Soprintendenza per i beni culturali di Palermo, su input dell'assessorato regionale, ha avviato l'iter per la dichiarazione. Si tratta di un atto che permetterà una corretta conservazione dell'intervento, considerato anche il primo di "land art" sul territorio siciliano, che si lega fortemente all'identità e alla storia del luogo. Nel pianoro di Portella, a Piana degli Albanesi, durante la festa dei lavoratori del 1947 persero la vita 11 persone e altre 27 rimasero ferite sotto i colpi esplosi dal bandito Giuliano e dai suoi uomini, armati da forze reazionarie e mafiose per colpire il movimento contadino.

La Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo, su mandato dell’assessore regionale ai Beni culturali e all'identità siciliana, ha avviato l’iter per la “dichiarazione di interesse culturale” del Memoriale di Portella della Ginestra, nel territorio di Piana degli Albanesi, nel Palermitano. La procedura, che dovrà essere conclusa entro 90 giorni, è stata avviata ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio “sia per il suo riferimento con la storia, sia quale testimonianza unica dell’identità e della storia delle istituzioni collettive”. Realizzato tra il 1979 e il 1980 da Ettore de Conciliis (Avellino, 1941) con la collaborazione del pittore Rocco Falciano (Potenza, 1933) e dell’architetto Giorgio Stockel (Milano, 1938), il Memoriale è un’opera di impegno civile riconosciuta come primo intervento di “land art” in Italia, costituendo un segno importante del paesaggio e il simbolo della memoria della prima strage mafiosa in Sicilia nel secondo dopoguerra. 

L'opera è realizzata nel pianoro sassoso, tra il monte Pizzuto e la sottostante strada provinciale per San Giuseppe Jato, dove si verificò l'eccidio. In occasione del primo maggio 1947 vi si erano riuniti circa duemila lavoratori, in prevalenza contadini e braccianti con le loro famiglie, per celebrare la festa dei lavoratori, manifestare contro il latifondismo e in favore dell’occupazione delle terre incolte, come facevano sin dai tempi dei Fasci siciliani. Dal promontorio sovrastante, il bandito Salvatore Giuliano e i suoi uomini, armati da forze reazionarie e mafiose per fermare il movimento contadino, aprirono il fuoco causando la morte di undici persone (otto adulti e tre bambini) e il ferimento di altre ventisette.

 Negli anni il monumento si è trasformato in uno spazio pubblico, patrimonio di una comunità che oltrepassa i confini del territorio, in cui ogni anno viene rinnovato l’impegno a manifestare per i diritti.

 Alcuni grandi massi che ricordano dei menhir, posti attorno al "sasso di Barbato", dal nome del socialista italo-albanese Nicola Barbato fondatore e dirigente dei Fasci siciliani dei lavoratori, simboleggiano i corpi dei caduti. Un muro a secco taglia trasversalmente lo spazio, riproducendo la traiettoria degli spari. Su uno dei massi sono incisi i nomi delle vittime. Per la Soprintendenza l’opera presenta carattere di unicità e si distingue per l’approccio emotivo e una progettualità che rimarca la solennità sacrale del luogo in cui si consumò la violenza. 

Il valore identitario dell’installazione è esaltato anche dalla scelta dell’artista di coinvolgere tutta la comunità, a partire dalla progettazione e poi con la realizzazione, avvalendosi della collaborazione delle maestranze locali per la composizione degli elementi e la lavorazione dei materiali, volutamente selezionati in aderenza alle caratteristiche del luogo.

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