CONDIZIONI DI VITA E REDDITO DELLE FAMIGLIE | ANNI 2021-2022. Stabile il rischio di povertà o esclusione sociale. Nel 2022 poco meno di un quarto della popolazione (24,4%) è a rischio di povertà o esclusione sociale, quasi come nel 2021 (25,2%). Tuttavia, con la ripresa dell’economia, si riduce significativamente la popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,5% rispetto al 5,9% del 2021) e rimane stabile la popolazione a rischio di povertà (20,1%).14/06/2023 - Nel 2021 il reddito medio delle famiglie (33.798 euro) è tornato a crescere sia in termini nominali (+3%) sia in termini reali (+1%). Nel 2021 il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5,6 volte quello delle famiglie più povere (rapporto sostanzialmente stabile rispetto al 2020). Tale valore sarebbe stato più alto (6,4) in assenza di interventi di sostegno alle famiglie. A partire dall’edizione 2022 dell’Indagine Reddito e condizioni di vita, in attuazione del nuovo Regolamento delle statistiche sociali IESS, sono pubblicati gli indicatori “Strategia Europa 2030”, in sostituzione degli indicatori definiti dalla Strategia Europa 2020 che sono stati diffusi fino al 2021. I nuovi indicatori, stimati per gli anni 2021 e 2022 e ricostruibili fino al 2015, non sono confrontabili con le serie storiche precedenti poiché includono una più ampia definizione dell’indicatore di grave deprivazione e di bassa intensità di lavoro.
A rischio di povertà circa 11 milioni e 800mila individui
Nel 2022, il 20,1% delle persone residenti in Italia risulta a rischio di povertà (circa 11 milioni e
800mila individui) avendo avuto, nell’anno precedente l’indagine, un reddito netto equivalente, senza
componenti figurative e in natura, inferiore al 60% di quello mediano (ossia 11.155 euro). A livello
nazionale la quota di popolazione a rischio di povertà rimane uguale all’anno precedente (20,1%).
2 milioni e 613mila in condizioni di grave deprivazione
Il 4,5% della popolazione (circa 2 milioni e 613mila individui) si trova in condizioni di grave
deprivazione materiale e sociale, ossia presenta almeno sette segnali di deprivazione dei tredici
individuati dal nuovo indicatore (Europa 2030). Rispetto al 2021 (la quota era del 5,9%) vi è una
decisa riduzione delle condizioni di grave disagio, grazie alla ripresa dell’economia dopo la crisi
pandemica e l’incremento dell’occupazione e dei redditi familiari. La riduzione della percentuale di
popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale è marcata al Nord-ovest e al
Centro. Inoltre, il 9,8% degli individui vive in famiglie a bassa intensità di lavoro (indicatore Europa
2030), ossia con componenti tra i 18 e i 64 anni che nel 2021 hanno lavorato meno di un quinto del
tempo, percentuale in riduzione rispetto al 10,8% del 2021, come conseguenza delle migliori
condizioni del mercato del lavoro.
La popolazione a rischio
La popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale (indicatore composito Europa 2030), ovvero
la quota di individui che si trova in almeno una delle suddette tre condizioni (riferite a reddito,
deprivazione e intensità di lavoro), è pari al 24,4% (circa 14 milioni 304mila persone), pressocchè
stabile rispetto al 2021 (25,2%). Questo andamento sintetizza la sensibile riduzione della popolazione
in condizione di grave deprivazione materiale e sociale, grazie alla ripresa economica, con una quota
di popolazione a rischio di povertà uguale all’anno precedente.
Il Mezzogiorno rimane l’area del Paese con la percentuale più alta
Nel 2022 la riduzione della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale interessa tutte le
ripartizioni ad eccezione del Mezzogiorno, che rimane l’area del paese con la percentuale più alta di
individui a rischio (40,6%, come nel 2021). In questa ripartizione l’indicatore composito rivela un
aumento della quota di individui a rischio di povertà (33,7% rispetto al 33,1% del 2021) e il segnale
positivo della riduzione della quota di individui che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro
(17,1% rispetto al 19,5% del 2021). A livello regionale si osserva un deciso miglioramento per la
Campania e la Sicilia, con la riduzione del rischio di povertà o esclusione sociale, trainato da una
sensibile riduzione di tutti e tre gli indicatori (rischio di povertà, grave deprivazione e bassa intensità di
lavoro).
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