14/12/2023 - Per le specialità a elevata assistenza è invece quest’ultima (4,3 posti per 10 mila residenti) a mostrare dotazioni superiori alla Sardegna (2,8) e alle medie di confronto (3,5 al Sud e 4,1 in Italia).
Nel 2022 (dati provvisori), il numero di medici specialisti per 1.000 abitanti si attesta
su valori superiori a quelli osservati per l’Italia e il Sud in entrambe le Isole, con un
vantaggio della Sardegna rispetto alla Sicilia; il contrario avviene per la quota di
medici di medicina generale con più di 1.500 assistiti che in Sicilia è più ridotta.
All’opposto, le regioni insulari sono meno dotate di infermieri e ostetriche: nel 2021
il numero in rapporto alla popolazione si attesta su 6,3 ogni 1.000 abitanti in
Sardegna e 5,9 in Sicilia, a fronte di valori di 6,5 per 1.000 in Italia e nel Sud.
I due sistemi sanitari regionali registrano, come noto, minori tassi di emigrazione
ospedaliera in altra regione, soprattutto in confronto alle regioni del Sud. Nel 2021,
il tasso di emigrazione ospedaliera in altra regione è pari al 6,2% in Sicilia e al 5,5%
Nelle Isole maggiori, la quota di persone che rinunciano alle cure sanitarie è elevata:
nel 2022, l’indicatore relativo alle rinunce per diversi motivi (per problemi economici
o legati alle difficoltà di accesso al servizio, incluse le liste di attesa) raggiunge il suo
massimo proprio in Sardegna, dove arriva al 12,3% della popolazione; in Sicilia,
nonostante sia molto più basso (7,2%), supera comunque la media nazionale e quella
del Sud (rispettivamente 7,0% e 6,2%). Scomponendo il dato nelle diverse
motivazioni e limitando l’osservazione solo alla platea di quanti hanno rinunciato a
curarsi, si possono individuare alcune peculiarità e similitudini fra le due Isole: se, fra
coloro che rinunciano, prevale il motivo economico in Sicilia e sono più frequenti le
rinunce legate alle liste di attesa in Sardegna, in entrambe le regioni la scomodità –
che incorpora la distanza dalle strutture sanitarie o la mancanza di trasporti per
raggiungerle – rappresenta un motivo più rilevante rispetto alla media nazionale,
soprattutto nel territorio sardo.
Ulteriori criticità emergono dai dati relativi alla mortalità evitabile, che rilevano i
decessi che potrebbero essere significativamente ridotti grazie alla diffusione di stili
di vita più salutari e alla riduzione di fattori di rischio ambientali, nonché grazie a
un’assistenza sanitaria adeguata e accessibile. Nel 2020, in Sicilia, 18,8 decessi di
persone in età compresa tra 0 e 74 anni per 10 mila abitanti12 sono avvenuti per
cause evitabili, 2,2 in più del valore italiano (16,6 per 10 mila) e 0,2 in più rispetto al
Sud; in Sardegna, dove il tasso è al 17,7 per 10 mila, si scende a 1,1 decesso ogni 10
mila in più in confronto al valore nazionale e quasi 1 in meno rispetto al Sud.
L’indicatore, interpretabile come outcome del funzionamento del sistema sanitario,
può essere scisso in due componenti: la mortalità prevenibile, che potrebbe essere
evitata con efficaci interventi di prevenzione primaria e di salute pubblica, e quella
trattabile, che potrebbe essere evitata grazie a un'assistenza sanitaria tempestiva ed
efficace, inclusa la prevenzione secondaria e i trattamenti.13 Con riferimento a
questa scomposizione, si osserva un tasso di decessi per cause trattabili maggiore in
Sicilia rispetto alle medie di confronto e alla Sardegna; per quest’ultima, invece, il
valore è più basso di quello del Sud e in linea con la media Italia. Il dato sardo sulla
mortalità prevenibile è invece più critico rispetto alle medie di confronto e di poco
superiore a quello della Sicilia.
Commenti
Posta un commento
NEBRODI E DINTORNI © Le cose e i fatti visti dai Nebrodi, oltre i Nebrodi. Blog, testata giornalistica registrata al tribunale il 12/3/1992.
La redazione si riserva il diritto di rivedere o bloccare completamente i commenti sul blog. I commenti pubblicati non riflettono le opinioni della testata ma solo le opinioni di chi ha scritto il commento.