Sud chiama Nord: "ATM, Il Tar ha buttato nel cesso il decreto dell’assessorato alle Infrastrutture"

SUD CHIAMA NORD: “Il TAR ci dà ragione. La legge non si piega alle lobby del trasporto pubblico locale”. Il TAR di Catania ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Messina, sospendendo il provvedimento con cui la Regione Siciliana – sulla base di una circolare priva di fondamento normativo – aveva vietato all’ATM di proseguire il servizio di trasporto pubblico urbano esteso al Comune di Villafranca Tirrena. Messsina, 15 ott 2025 - La decisione dei giudici amministrativi conferma ciò che abbiamo sempre sostenuto: una circolare non può scavalcare la legge e non può essere utilizzata per mortificare la volontà del Parlamento siciliano.  “Il TAR – afferma Cateno De Luca, capogruppo di Sud chiama Nord – ha buttato nel cesso il decreto dell’assessorato alle Infrastrutture che, accogliendo il ricorso dei privati, voleva cancellare un servizio efficiente e apprezzato come quello dell’ATM verso Villafranca Tirrena. Avevamo ragione sulla bontà della norma e sulla correttezza dell’azion...

Protesti e cambiali: il ricorso alle cambiali è più diffuso in Sicilia (163 ogni 1.000 abitanti)

Istat. Protesti nell'anno 2022: in calo numero e valore monetario. Nel 2022 i protesti iscritti nel Registro informatico sono stati 255.202, di cui 224.899 cambiali (88,1%) e 30.303 assegni (11,9%). Il loro valore monetario complessivo raggiunge un ammontare superiore ai 242 milioni di euro: circa 157 milioni riguardano le cambiali (64,8%) e circa 85 milioni gli assegni (35,2%). I soggetti protestati sono 70.860: 50.297 persone (71,0%) e 20.563 imprese (29,0%). Rispetto al 2021 i valori sono tutti in calo. Il ricorso alle cambiali è più diffuso nelle Isole, in Sicilia (163 ogni 1.000 abitanti). 

12/01/2024 - Più numerose le cambiali nelle Isole ma più protesti nel Nord-ovest A livello di ripartizione territoriale il ricorso alle cambiali è più diffuso nelle Isole (142 cambiali emesse ogni 1.000 abitanti), seguono Sud e Centro (rispettivamente 123 e 114) (Figura 2). A livello regionale le cambiali sono più diffuse in Umbria (188 ogni 1.000 abitanti) e, a seguire, Sicilia (163), Campania (154), Lazio (142) e Veneto (133). Nel Nord-ovest si riscontra il tasso d’uso di cambiali più basso (82 cambiali emesse ogni 1.000 abitanti). 

Anche il più alto tasso di cambiali protestate (56,4 ogni 1.000 cambiali emesse) è nel Nord-Ovest, mentre il più basso si osserva nel Nord-est (20,7 cambiali protestate ogni 1.000 emesse) e, in particolare, tra le regioni, nel Veneto (11,5 cambiali protestate ogni 1.000 emesse nel 2022). Gli assegni, anche quelli protestati, sono più diffusi al Centro (1.264 emessi ogni 1.000 abitanti; 1,1 protesti ogni 1.000 assegni emessi, erano 0,6 nel 2021). A livello regionale gli assegni si utilizzano soprattutto in Liguria (1.628 assegni ogni 1.000 abitanti; 1.896 nel 2021), Sardegna (1.484), Toscana (1.457) e Puglia (1.425). Il Lazio è, invece, la regione con i tassi più alti di assegni protestati (2,5 ogni 1.000 emessi; erano 1,4 nel 2021), seguito dalla Lombardia (1,1).

Cambiali: mancato pagamento soprattutto per mancanza di istruzioni

A partire da questo comunicato l’Istat amplia l’offerta informativa riguardante il fenomeno dei protesti,
rendendo disponibili i dati riguardanti la motivazione del mancato pagamento del protesto e il tempo
intercorso tra la data di emissione e la data di levata del protesto stesso.
La Circolare del Ministero dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato n. 3512/C del 30.4.2001
regolamenta le causali di mancato pagamento, distinguendo gli elenchi in “rifiuto pagamento assegni
bancari” e “motivi rifiuto pagamento vaglia cambiari e tratte accettate” (e relativi codici).
Nel 2022 l’82,9% delle cambiali (186.552) sono protestate perché “Il domiciliatario non paga per
mancanza di istruzioni” (codice CM1), con quote comprese tra il 96,0% nel Nord-ovest e il 72,2% al
Sud e quote massime in Lombardia (99,1%) e nulle in Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste.

Assegni: per lo più protestati per “mancanza totale o parziale di fondi”

Nel 2022 il 66,7% degli assegni (20.215) è protestato per “Mancanza totale o parziale di fondi nel
momento in cui il titolo viene presentato per il pagamento” (codice A20), cioè per un difetto di
provvista, secondo l’Art.2, legge n.386 del 1990, con quote che vanno dal 71,6% nel Nord-est al
55,9% nelle Isole e, a livello regionale, dal 100% delle motivazioni indicate in Friuli Venezia-Giulia al
15,6% di quelle registrate in Calabria.

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