Sanità’ASP 5, il dott. Macrì trasferito in modo repentino e senza apparente giustificazione da ospedale di Messina a Milazzo

Nota dell'on. Tommaso Calderone, Presidente Commissione Bicamerale per il contrasto dei disagi derivanti dall'Insularità.    19/12/2025 - Alla luce delle dichiarazioni pubbliche rese dall’Onorevole Regionale Ismaele La Vardera, secondo le quali il Dott. Mario Macrì, sindacalista COAS, sarebbe stato trasferito in modo repentino e senza apparente giustificazione da una struttura ospedaliera di Messina al nosocomio di Milazzo, presumibilmente in relazione alle sue attività di contestazione e alle segnalazioni di alcune anomalie gestionali in seno al sistema sanitario, si esprime viva preoccupazione e profonda incredulità per quanto riportato. Qualora le circostanze denunciate trovassero conferma, ci troveremmo di fronte a un episodio di particolare gravità, che, dalle dichiarazioni rese, sembrerebbe riconducibile a un intervento estraneo alla direzione generale dell’ASP 5. Si auspica, pertanto, un tempestivo accertamento da parte degli organi competenti, al fine di fare piena luc...

‘CHE COS’È L’AMOR’: PARLAGRECO E TRISCHITTA, NA VOCE, NA CHITARRA E 'O PPOCO 'E LUNA... E CHE VUÓ' CCHIÙ?

Gioiosa Marea (Me), 11/03/2012 - "Neruda è un cattivo poeta". Lo scriveva Per Pier Paolo Pasolini presentando il poeta siciliano Ignazio Buttitta: un grande poeta. Neruda cattivo poeta ma buon dietologo: “Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l'aria, ma non togliermi il tuo sorriso. Non togliermi la rosa, la lancia che sgrani, l'acqua…”. Togliendo pure la pasta sono circa 250 calorie in meno a pasto.
E non è detto che non sia un gesto d’amore quello di mettersi a dieta... Ma 'Che cos'è l'amor?"

Ricorderete: “Al capezzale di un Popolo morente e carente di riferimenti morali, ai Deputati che domani voteranno, si consiglia di leggere la poesia di Neruda “Lentamente muore”… Solo che “Lentamente muore” era stata falsamente attribuita a Pablo Neruda, in realtà è di Martha Medeiros.

Eppure Mario Parlagreco (attore teatrale) e Ivan Trischitta (cantante e chitarrista), questa sera all’Auditorium di Gioiosa Marea, per la Rassegna di cinema, teatro e cabaret, hanno saputo tessere una bella trama di canzoni e poesie, intrecciando un ordito di brani d’amore di Fabrizio De Andrè e di poesie e sonetti di Prevert, Neruda e Trilussa, fino alla ‘trascrizione’ teatrale di “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers", brano epico-commerciale di Fabrizio De Andrè, sfuggito di 45 anni a Mario Monti che, di certo, avrebbe mandato gli ispettori alla pulzella “dalle lunghe trecce bionde, il cui il seno si confonde ignudo in pieno sol”.
‘Che cos’è l’amor’, il recital dei bravi Mario Parlagreco e Ivan Trischitta organizzato da ‘Officine Lucore’ di Gioiosa Marea nell’ambito della Rassegna di cinema, teatro e cabaret, ha avuto due soli punti deboli: il primo, di essere un recital; il secondo, di non avere il punto interrogativo nel titolo ‘Che cos’è l’amor’?, che in effetti proviene chiavi in mano (già senza punto di domanda) dal titolo di un brano di Vinicio Capossela.

Ma proprio per questo i due si sono affidati alla bravura nel recitare e cantare, riuscendo a far crescere uno spettacolo a primo acchito predestinato alla monotonia delle proposte del bravo attore, forbito e onesto nel non somigliare a Ugo Pagliai o a Vittorio Gassman.

Così tra Prevert e Neruda non è davvero facile orientarsi nel genere e darsi una valida spiegazione di cosa sia l’amore. Nemmeno con ‘Solo mia’ di Vinicio Capossela il compito è risolto.

E invece arrivano De Franco, Mastrogiovanni e Santhers a confondere ulteriormente le cose e le idee, con caffettiere, gilet e quotidianità che l’amore lo riducono a litigi da condominio.

Ma ecco, ancora, irrompere sulla scena Trilussa ed ecco proporsi in tutta la sua prosaica quotidiana improbabilità l’espressione più consueta e inattendibile d’amore: il matrimonio, il fidanzamento, il connubio domestico.

Tanto che perfino ‘Il Gorilla’ di De Andrè e Brassens finisce per fare un figurone fra tante forbite e trasognate parole: dovendo scegliere tra un giudice ed una vecchia, il magistrato potrebbe sembrare Belen, con tanto di farfalla tra le anche.

Così la performance di Mario Parlagreco e Ivan Trischitta smette di essere recital e diviene spettacolo, con il merito ulteriore di non essere mai uscito dal minimale di una chitarra, un elmo di cartone e una parrucca bionda. Ma con molta sensibilità artistica e parecchia bravura da parte dei due.

Na voce, na chitarra e 'o ppoco 'e luna... / e che vuó' cchiù pe' fá na serenata!? / Pe' suspirá, d'ammore, chiano chiano, / parole doce, pe' na 'nnammurata...

m.m.
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