Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

ISIS: SE ALLAH È GRANDE, IL DIO DENARO È GRANDISSIMO (E ANCHE L'USURA)


L’Isis, una ‘forza’ che rivoluzionaria non è, che non mira in alto, ai poteri forti, ma mira in basso, alla gente comune, come avviene nella strategia della tensione. Un’orda di criminali descritti come Stato. L’Isis, uno Stato che vorrebbe muovere guerra ad altri Stati (occidentali), incancreniti dalla corruzione, arroccati sotto la ragion di Stato del debito pubblico da incassare ad ogni costo, corrosi dalla burocrazia, dalla politica e dall’usura?

17 novembre 2015 – Se Allah è grande, il Dio Denaro sarà grandissimo, tanto da volere indurre ognuno di noi a rifugiarci tra le sue braccia, nel timore di essere esposti alla cieca crudeltà dei tagliagole dell’Isis, sanguinario braccio armato di uno Stato islamico rivoluzionario (?). Rivoluzionario no di certo, se va cercando tra la gente semplice, tra i poveri cittadini, dell’occidente alle prese col debito pubblico da pagare all’Europa costituita, le sue vittime. Rivoluzionario no di certo.
Islamico, allora? A giudicare dalle magliette che indossa, la squadra dovrebbe essere quella, ma a giudicare dalla strategia attuata si direbbe proprio di no!

Si direbbe che non ad Allah, ma al Dio Denaro inneggino questi mercenari della morte, la cui strategia sembrerebbe indirizzata a indurre ognuno di noi, dentro e fuori dalle proprie case, a sentirci in imminentissimo pericolo: questa è la parola d’ordine dopo l’ultima strage di Parigi, quella che ha visto tra i poveri figli di famiglia una nostra ‘concittadina’ trucidata, nella sala concerti Bataclan.

Mirano, dunque, verso il basso questi criminali dell’Isis, coloro cui il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ha riservato il titolo forte: Bastardi Islamici’?
Bastardi si di certo, ma islamici sicuramente? Tanto più che dal boia mascherato simbolo dell'Isis, "Jihadi John", killer "freddo, sadico e spietato", nato in Kuwait, emigrato a Londra in un bel quartiere residenziale, ai 9 criminali efferati di Parigi, gli ‘islamici’ dispensatori di morte e crudeltà sembrerebbero più occidentali di noi.

Ma ecco farsi sempre più spazio nell'informazione un’opinione pubblica che si sentirebbe direttamente e personalmente minacciata dall’Isis, al punto da fare pressione sui governi nazionali affinché la minaccia ‘islamica’ venga eroicamente fermata, ad ogni costo.
L’Isis, una ‘forza’ che rivoluzionaria non è, che non mira in alto, ai poteri forti, allo strapotere delle banche, a fermare la corruzione dei governi occidentali, ma mira in basso, alla gente comune, come avviene sempre nella strategia della tensione… Un’orda di criminali descritti come Stato. Uno Stato che vorrebbe muovere guerra ad altri Stati (occidentali), incancreniti dalla corruzione, arroccati sotto la ragion di Stato del debito pubblico da incassare ad ogni costo, corrosi dalla burocrazia e dai burocrati che hanno reso invivibili i loro Paesi e invisi quei Governi.

E quegli stessi Paesi cercano ora la solidarietà dell’Europa, dell’Occidente delle banche e dell’opinione pubblica per difendersi(ci) dall’Isis, orda di ‘occidentali’ travestiti da sanguinari ‘musulmani’, che vorranno forse dirci: “Beh, pagate il debito pubblico, tollerate la corruzione e i corrotti dei vostri Paesi, non lamentatevi del potere delle banche, della politica e dell’usura di stato perché qualcosa di molto più crudele incombe su di voi e sulle vostre famiglie. E ringraziate Dio, il Dio Denaro!”.

Perciò tutti uniti. E muti. Pagate, e se un giorno si tornerà a votare, votate per noi, i soli che non tagliano le gole ma al massimo praticano la politica, i partiti, la burocrazia e l’usura.

d.m.c.

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