Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

MESSINA, PEGGIORA LA DONNA CONTAGIATA DA VIRUS A/H1N1

Venerdì 11 Settembre 2009 - «Le condizioni della donna sono molto gravi, abbiamo scelto di indurre il coma farmacologico per poterla ventilare meglio e aiutarla nella respirazione. Oltre al virus A/H1N1 la donna soffre di una seria broncopolmonite massiva e i due polmoni sono stati colpiti da batteri». Lo dice il prof. Tanino Sutera, direttore dell'unità di Rianimazione dell'ospedale «Papardo» di Messina, commentando le condizioni della donna di 46 anni affetta da influenza A e ricoverata in rianimazione. La malattia della donna era stata confermata nei giorni scorsi in seguito all'esame di un tampone faringeo della donna inviato dal Papardo al centro regionale di riferimento a Palermo. «Stiamo facendo tutto quanto il possibile - prosegue Sutera - abbiamo inviato un campione dei batteri che ricoprono i polmoni ai nostri laboratori di analisi per decidere le terapie da adottare».

FAZIO: "NON INTASARE OSPEDALI"

In caso di picco dell'epidemia di influenza A, «non andare in ospedale o al Pronto soccorso, ma chiamare il proprio medico di base per avere consigli telefonici in attesa di essere visitati». Ad indicare la procedura da seguire in caso di contagio ed a fronte di un picco della pandemia è, in un videoforum su Repubblica.It, il viceministro alla salute Ferruccio Fazio. Riferendosi quindi alla gravità del contagio, Fazio ha sottolineato che esistono due scenari: ci sono le categorie di pazienti a rischio per le quali una qualsiasi infezione virale può peggiorare il quadro della malattia; altra situazione, ha precisato, «si verifica invece nei casi, rari, di soggetti giovani che possobno sviluppare, per eccesso di immunità, una polmonite virale primaria che può causare seri problemi. È il caso del ragazzo di Monza, che però è in progressivo miglioramento». Tali casi di polmoniti gravi nei giovani, sulla base di proiezioni dai dati sulla pandemia in altri paesi come l'Australia, ha confermato Fazio, «si stima potranno essere circa 200-250». Ribadendo che «in questo momento la situazione è assolutamente sotto controllo», Fazio ha quindi sottolineato che l'unico sintomo «preoccupante» - e collegato appunto ai casi più gravi di polmonite virale - è quello di una respirazione molto affannosa. .

DILAGA PSICOSI NELLE SCUOLE


Gli alunni dell'istituto tecnico per il turismo «Colombo» a Roma non potranno entrare in classe senza prima aver portato un certificato medico. Questa la decisione della preside dell'istituto Ester Rizzi che, per il pericolo di un epidemia dell'influenza A, ha inviato una lettera ai genitori per informarli delle misure di prevenzione adottate. L'istituto ha aperto ieri. «Coloro che non porteranno il certificato entro cinque giorni dall'inizio della scuola - ha detto la preside - non potranno entrare e saranno mandati a casa. Si sarà molto severi e si cercherà di responsabilizzare i genitori che dovranno avvertire subito la scuola di eventuali sintomi dei propri figli o casi sospetti». Particolare attenzione sarà data ai ragazzi che hanno passato l'estate all'estero. Riguardo alle gite scolastiche, l'istituto non ha preso ancora nessuna decisione. Si aspetta che tutte le classi tornino in aula: ieri, infatti, sono entrati solo gli alunni del primo anno, mentre per tutti gli altri il primo giorno di scuola sarà domani.

CITTADINANZATTIVA, DUE SCUOLA SU TRE SENZA SAPONE

Dotare tutte le scuole di sapone ed asciugamani usa e getta per prevenire la diffusione dell'influenza A. È quanto chiede Cittadinanzattiva in vista dell'unità di crisi che si riunirà oggi e che avrà come tema centrale le linee guida da adottare all'interno delle scuole. «Una richiesta che facciamo a ragion veduta, perchè dal VII Rapporto Impararesicuri su sicurezza, qualità e comfort delle nostre scuole, che presenteremo ufficialmente il 17 settembre, emerge che nel 61% delle scuole manca il sapone, nel 69% l'asciugamano usa e getta. Una situazione - è detto in una nota - che ormai riscontriamo da anni, ma che quest'anno assume per tutti un significato particolare. Non ci può interrogare sulla opportunità o meno di ritardare l'inizio della scuola o di chiudere quelle che presenteranno un certo numero di casi, se mancano le misure ordinarie e quotidiane di igiene e prevenzione della diffusione del virus». Per questo Cittadinanzattiva renderà disponibile a partire dal 17 settembre, sul proprio sito internet un volantino scaricabile per ricordare al personale scolastico e agli studenti le norme relative alle occasioni in cui è indispensabile lavarsi le mani e le modalità corrette di lavaggio.

FRANCIA, UN MEDICO SU 3 DICE NO AL VACCINO

Più di un terzo del personale ospedaliero francese rifiuta categoricamente o ha delle resistenze a proposito del vaccino contro l'influenza A: lo rivela in esclusiva il settimanale L'Express, che pubblica un sondaggio realizzato dallo Spazio Etico degli ospedali di Parigi. La preoccupazione più grande dei medici riguarda gli effetti collaterali, dato che il vaccino è stato concepito secondo tecniche nuove ed è necessario controllarne gli effetti, come la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto. Le case farmaceutiche devono pubblicare i risultati delle ricerche cliniche in corso prima che il governo autorizzi la vendita del vaccino.

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