Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

CHIEDEVA IL 'PIZZO' DALL'OSPEDALE, CONDANNATO IL BOSS MULE' A MESSINA

Messina, 1 giu. 2010 - Era ricoverato nel reparto di malattie infettive dell'ospedale "Margherita" di Messina ma dal suo lettino, fino alla meta' degli anni '90, continuava a imporre il 'pizzo' ai commercianti che dovevano portargli i soldi di persona. Chi si ribellava si vedeva danneggiato il negozio dagli uomini del suo clan. Ci sono voluti ben 16 anni per condananre il boss del rione Villa Lina, Giuseppe Mule'. I giudici della Seconda Sezione penale del Tribunale peloritano, dopo meno di un'ora di camera di consiglio, gli hanno inflitto 15 anni di reclusione contro i 9 chiesti, lo scorso 11 febbraio dal Pm Fabio D'Anna. A tre anni e mezzo e' stato condannato il commerciante Antonino la Rubina per il quale il Pm aveva chiesto 3 anni di reclusione.
Assolti invece, per non aver commesso il fatto, il cognato di Mule', Nino Romano (6 anni chiesti dall'accusa), i commercianti Santi e Carmelo La Rubina (3 anni e 3 mesi e 3 anni) e Santo La Maestra (3 anni).
Principale testimone del processo, una prostituta che, dopo un attentato, annoto' il numero di targa dei "postini del pizzo" e ha fatto cosi' scattare l'indagine poi proseguita con le intercettazioni telefoniche della Squadra Mobile da cui emersero le telefonate minatorie di Mule' ai taglieggiati, convocati in ospedale per la trattativa sulla "protezione": chiedeva inizialmente da 50 a 100 milioni di lire per ottenere poi il 10% della sonmma, piu' un fisso mensile. Se qualcuno faceva resistenze scattavano i danneggiamenti degli esercizi commerciali. Il 12 agosto '94 il blitz dell'operazione "Rinascita" con gli arresti della Mobile. (AGI) Cli/Pa/Rap

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