Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

AMA ONLUS: MISSIONE TANZANIA 2012

30/10/2012 - Questa estate Giuliano Galbiati, presidente di AMA onlus, accompagnato da Tommaso Lombardo, ex preside dell’Itis di Carate Brianza, da Paolo Terraneo del Gruppo Alpini di Giussano, da tre dipendenti dell’ospedale Borrella di Giussano, ora in pensione, Mariangela Motta, Vincenza Piredda e Pinuccia Ballabio, da Ileana dello staff amministrativo, da una famiglia di Ittiri in Sardegna, Giuseppe Sechi, imprenditore agricolo con la moglie Iana Fiori, medico veterinario, e da
due amici di Bolzano Giorgio e Claudio, sono stati in Tanzania per verificare il funzionamento delle opere già eseguite e completare e progettarne di nuove.
Tutte queste persone hanno affrontato il viaggio a proprie spese e la fatica di lavorare in zone disagiate, lontane dalla propria casa, in spirito di volontariato puro, senza nessuna retribuzione se non la soddisfazione e la gioia di portare la propria esperienza, professionalità e l’affetto a persone bisognose e prive dei più elementari servizi.

A Kipengere
Tutti i partecipanti avevano un preciso compito da svolgere a Kipengere, la missione Tanzana di
baba Camillo: Giuliano e Tommaso a progettare e far realizzare dalle maestranze locali le nuove
strutture edili e gli impianti elettrici; Paolo, Giorgio e Claudio sempre impegnati a far manutenzione
e risolvere i mille problemi aperti in una missione; Mariangela, Vincenza, Pinuccia e Ileana stabili
nell’orfanotrofio a sistemare armadi, aggiustare e rammendare centinaia e centinaia di vestitini,
organizzare i giochi dei bambini, le passeggiate e soprattutto “viziarli” con ottime torte o dolcetti,
Giuseppe e Iana sempre dentro e
fuori dalle stalle della missione, per
vaccinare e curare gli animali, dare
istruzioni su come fare formaggi
migliori, ecc ecc. Già da diversi
anni AMA onlus è impegnata a
Kipengere: in un primo tempo come
aiuto ai progetti “Acqua ai villaggi”
realizzati dal Gruppo Alpini di
Giussano, e ora, da quattro anni, a
trasformare il vecchio e fatiscente
dispensario in un moderno “Health
Center”: struttura capace di erogare
servizi ospedalieri di base, che non
prevede la presenza di medici.


Abbiamo iniziato il progetto dalla maternità, ristrutturando il reparto degenza e edificando la
sala travaglio, la sala parto, i servizi igienici e il magazzeno per le medicine e le apparecchiature.
L’anno dopo abbiamo demolito le vecchie strutture fatiscenti e le abbiamo ricostruite, migliorando
la luminosità e l’aereazione, piastrellando i pavimenti, i muri perimetrali e dotandole di impianti
elettrici e servizi igienici interni.
Due anni fa abbiamo costruito il centro per
la cura dell’AIDS che sta offrendo servizi
molto qualificati a quasi duemila persone (e il
numero dei malati purtroppo continua a
aumentare per il pericoloso diffondersi del
virus).

L’anno scorso abbiamo messo in cantiere
la costruzione di 6 piccoli appartamenti per le
infermiere, dotati di servizi igienici
indipendenti. Contemporaneamente abbiamo
edificato la casa per ospitare i parenti che
accompagnano i malati al centro. Proprio in
questi giorni stiamo costruendo una cucina
dotata di 8 grandi camini a legna, dove questi
parenti possono preparare il cibo: in Tanzania
le strutture sanitarie non offrono il servizio
mensa ma se ne devono preoccupare i parenti.
Di prossima costruzione sarà il nuovo centro analisi, che verrà dotato delle più moderne
attrezzature.
Partendo dai suggerimenti di suor Nivardina, la responsabile, piano piano ( “pole pole” come
dicono in Tanzania ) stiamo realizzando, un piccolo ma efficiente centro sanitario indispensabile per
Kipengere e per tutti i villaggi vicini servendo una popolazione di più di 20000 persone. Nella
località ci sono due ospedali grandi e capaci di curare malattie gravi ma sono nella città di Njombe e
a Ikonda, lontani da Kipengere circa 45 chilometri.
A completamento dell’”Health Center”, per il prossimo futuro si prevede la ristrutturazione
della degenza uomini e la costruzione dei reparti visite e delle sale per i piccoli interventi.
A Dakawa
Da un anno AMA onlus
collabora anche con padre
Drazan Klapez, che insieme a
padre Nicolas, costituisce il
piccolo drappello di missionari
Croati nella nuova missione di
Dakawa in Tanzania.
Qui siamo in territorio
Masai, a 40 chilometri dalla
città di Morogoro sulla strada
per Dodoma.
E’ una missione nuova
tutta da costruire. AMA onlus
ha già dato il proprio
contributo finanziando in parte
la costruzione di 8 alloggi
adatti a ospitare i volontari e
amici che vogliano offrire
gratuitamente la propria professionalità operativa.
Per l’immediato futuro intendiamo partecipare alla costruzione della scuola Masai di Magogo,
all’interno della savana.
Uno dei più grandi bisogni dell’intera savana Masai è la scuola. La mancanza di queste strutture
impedisce lo sviluppo e l’educazione. Moltissimi bambini sono analfabeti. Le poche scuole esistenti
sono troppo lontane perché i bambini le possano frequentare: nella stagione delle piogge ( e dura 5
mesi ), quando tutta la savana diventa un immenso acquitrino e pantano, muoversi dal villaggio
diventa impossibile.
Fornire una formazione scolastica
equilibrata li aiuta ad acquisire
miglior comprensione della propria
cultura e la propria identità. Inoltre
permette loro di avere strumenti
indispensabili per rapportarsi col
mondo esterno.
Ora costruiremo la scuola di Magogo,
finanziando parte della struttura, il
corpo docente, attrezzandola
adeguatamente con sussidi di varia
natura, dando borse di studio sulla
base del merito e dell’impegno,
fornendo materiale didattico come
libri di testo, matite, gessetti e mappe
.

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