Proprio così: “Adhuc Porcellum”, “Ancora il Porcellum”, si voterà ancora, per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, con la legge n. 270 del 21 dicembre 2005: una legge che ha modificato il precedente sistema elettorale italiano, delineando la disciplina attualmente in vigore
03/02/213 - Una legge ideata principalmente dall’allora ministro Roberto Calderoli (Lega Nord), e dallo stesso poi definita “una porcata”. Definizione per la quale, la legge, venne denominata “Porcellum” dal politologo Giovanni Sartori. Una legge, la n. 270 del 21 dicembre 2005, che sostituì le precedenti leggi n. 276 e n. 277 del 1993 – il cosiddetto “Mattarellum”, dal nome del deputato-ministro Sergio Mattarella –, introducendo un sistema radicalmente differente.
Voluta da Silvio Berlusconi, che il 4 ottobre 2005 aveva minacciato la crisi di governo in caso in cui non venisse approvata la riforma elettorale proporzionale, la legge venne approvata, a pochi mesi dalle elezioni politiche del 2006, con i voti della maggioranza dell’allora “Casa della Libertà” (Forza Italia, Alleanza Nazionale, Unione dei Democratici Cristiani, Lega Nord), senza il consenso e senza avversione dell’opposizione (Italia dei Valori, Democratici di Sinistra, Margherita, Partito della Rifondazione Comunista). Opposizione che ebbe duramente a criticarla e a non contrastarla. Legge, il tanto deprecato “Porcellum”, che modificò il precedente meccanismo elettorale misto, in favore di un nuovo sistema proporzionale corretto, senza possibilità di indicare preferenze.
Punti salienti del “Porcellum” sono: 1. “Abolizione dei collegi uninominali”, il cui primo effetto è stato quello di togliere agli elettori la possibilità di esprimere la propria preferenza nei confronti dei candidati; 2. “Liste bloccate”, in base a cui l’elettore è costretto a votare solo e unicamente per delle liste di candidati “stilate” dai partiti di appartenenza; 3. “Premio di maggioranza”, in virtù del quale viene garantito un minimo di 340 seggi alla Camera dei Deputati alla coalizione che ottiene la maggioranza dei voti, mentre, per quanto concerne il Senato della Repubblica, il premio di maggioranza è invece garantito su base regionale, in modo da assicurare alla coalizione vincente in una determinata regione almeno il 55% dei voti ad essa assegnati.
E quindi, ancora con il “Porcellum”, sì, “Adhuc Porcellum”, saremo costretti ancora a votare da qui a qualche mese: una legge che sembra essere avversata da tutti i partiti e da tutte le coalizioni, ma che invece fa comodo un po’ a tutti, dal momento che ai “maggiorenti” di tutti gli schieramenti politici, ovvero alle “persone influenti e importanti nell’ambito dei singoli partiti e delle varie coalizioni” verrà facile, allo stesso modo delle precedenti elezioni nazionali del 2006 e del 2008, collocare nelle prime posizioni i loro “adepti”, sì, quando non anche i loro familiari, “prostibulae”, “compari” e “comari”. Un vero e proprio “mercimonio” a discapito delle varie personalità che potrebbero, invece, dar lustro, anche all’estero, alle nostre istituzioni.
Divertitevi, sì, voi tutti che gridate allo scandalo del “Porcellum”!
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