Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

GERMANÀ: “SU AUTORITÀ PORTUALE APPRENDO CON SODDISFAZIONE I NUMERI DATI DAL MINISTRO LUPI”

Nota dell'On. Nino Germanà su Autorità Portuale e revisione spesa pubblica
Palermo, 12/09/2014 - In riferimento a quanto riportato dai quotidiani circa la conferenza stampa tenutasi ieri presso l' Autorita Portuale di Messina e in merito
alle dichiarazioni del Ministro dei trasporti On. Lupi (sempre di ieri) sul tema della spending review riguardanti, nuovamente, la vicenda degli
accorpamenti delle AAPP, il deputato regionale del Nuovo CentroDestra, On. Nino Germanà, ha così commentato: “Apprendo con soddisfazione i
numeri (60 milioni circa riattivati e spesi in soli due anni dalla AP messinese) ed i fatti inerenti gli interventi, non solo sui porti e relative pertinenze, ma sopratutto sulle vicine ed annesse zone urbane, di cui hanno beneficiato i cittadini messinesi e milazzesi.

Tutto ciò a conferma di quanto sempre sostenuto, ossia che certe
Istituzioni -se governate virtuosamente- possono considersi senz'altro
un valore aggiunto ed una opportunità per la comunità.

Invece, decisamente con meno soddisfazione apprendo le dichiarazioni
del Min. Lupi che, ancora una volta , nell'ambito delle previsioni di
possibili tagli di bilancio alla spesa del proprio Dicastero , ripropone
al primo primo posto l'accorpamento delle AAPP .
Accorpamenti che non tengono conto del malcontento che generano giacchè
non rispondenti alle esigenze della collettività e scollate rispetto
alle evidenze emerse dai dati positivi comuni a molte realtà italiane
-come quelli comunicati ieri a Messina e riportati dalla stampa
nazionale-. Non solo le Amministrazioni locali sedi di AP ma anche
tutte le categorie di settore si sono dichiarate contrarie a tale
impostazione, del resto.

Ritengo che la Riforma dei Porti, che abbraccia un settore così delicato
e strategico per lo sviluppo del Paese, debba essere affrontata nella
sede istituzionale competente, ovvero il Parlamento, anzicchè essere
trattata in modo frettoloso -benché necessario- con un decreto
ministeriale . Tantomeno , questa può essere influenzata da fattori
contingenti determinati dal momento di difficoltà economica che sta
attraversando non solo l'Italia ma l'Europa intera, giustificandola
invocando l'urgenza di una spending review tutta da dimostrare.

Al riguardo, con lo spirito di collaborazione che mi ha sempre
contraddistinto, dico al Ministro collega di partito che, a fronte dei
numeri e dei fatti su richiamati dichiarati dalla AP di Messina, è
essenziale fornisca altrettanti numeri e fatti che comprovino la bontà
della sua proposta concernente gli accorpamenti ; gli suggerisco
inoltre di valutare compiutamente , con la speranza di pianificare una
strategia nazionale di intervento, coinvolgendo non solo le Regioni
interessate( nel caso di specie una Regione a statuto speciale), ma
anche e sopratutto le Comunità locali che fanno parte del territorio di
giurisdizione ove si intende intervenire.

E' essenziale possedere un quadro chiaro e preciso, avanzando proposte
supportate da una esatta valutazione di costi/benefici delle operazioni
che si intendono attuare e che riguardano un progetto strategico
nazionale fondamentale per lo sviluppo del Paese (non dimentichiamolo
mai!!). Questo tema non può e non deve essere trattato alla stessa
stregua di tanti altri argomenti , su cui bisogna agire per arginare la
spesa pubblica nel prossimo DEF, data la sua peculiarità.

Al contrario , si rischierebbe di "stoppare" e quindi penalizzare una di
quelle poche risorse che, secie in questo momento di crisi, sono da
incentivare e sostenere”.

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