Disabilità, l’INPS diviene titolare unico del processo di accertamento

Riforma della disabilità: l’Istituto avvia la seconda fase della sperimentazione dal 30  settembre. Estensione delle nuove modalità di accertamento della disabilità in ulteriori  province, nonché nella Regione autonoma Valle d’Aosta e nella Provincia autonoma di Trento  Roma, 12 settembre 2025 - L’INPS annuncia che, a partire dal 30 settembre 2025, è prevista la seconda fase della sperimentazione della Riforma della Disabilità, prevista dal decreto legislativo n.62/2024, con l’attivazione del nuovo sistema di accertamento della condizione disabilità in ulteriori territori. Dopo il positivo avvio, il 1° gennaio 2025, della prima fase sperimentale, la nuova fase interesserà altre undici province: Alessandria, Genova, Isernia, Lecce, Macerata, Matera, Palermo, Teramo e Vicenza, nonché la Regione autonoma Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Trento. Una delle principali novità introdotte riguarda la nuova modalità di avvio del procedimento di accertamento della disabilità...

ASSOLUZIONE MANNINO, SGARBI: «VANNO PROCESSATI I PM PER ATTENTATO A CORPO POLITICO DELLO STATO»

ROMA, 04/11/2015 - Vittorio Sgarbi commenta l'assoluzione del senatore Calogero Mannino:
«Non si può più consentire che i giudici abusino, e con insistenza per anni, su teoremi utili solo alla loro immagine. La sentenza del processo Mannino denuncia in modo irrevocabile i frutti di questo sistematico abuso di potere, che ha il suo simbolo, tutto mediatico, nel Pm Nino Di Matteo, che da anni diffonde un allarme sociale mai corrispondente a una realtà dei fatti, raffigurandosi come un eroe davanti a una mafia feroce e irriducibile.

Si tratta di finzioni che, dopo le due assoluzioni del generale dei Carabinieri Mori, ancora inutilmente processato, la sentenza Mannino dimostra.
I magistrati di questo processo sono la vera e propria minaccia al Corpo politico dello Stato, e vanno perseguiti.
Di loro si può dire quello che il CSM ha, indiziariamente, affermato di un altro magistrato, Silvana Saguto, con l'aggravante di avere sostituito la ricerca della veriità dei reati a ipotesi suggestive e autocelebrative: "condotte così gravi da provocare una perdita di prestigio irrimediabile in un ufficio storicamente impegnato nella lotta alla criminalità organizzata e considerato nel paese un simbolo della legalità".

Facile lottare e facile essere simbolo se ci si inventa nemici pericolosi, diffamandoli come collusi, un grande generale come Morì e un ministro che ha combattuto la mafia ai tempi difficili come Mannino. Milioni di euro buttati in un processo senza senso. Il solo che avrebbe avuto senso è un processo per diffamazione contro Di Matteo e i suoi colleghi.
L'annunciata opposizione alla sentenza, da parte del Pm Di Matteo, senza che ancora siano state depositate le motivazioni (prova assai eloquente del suo accanimento), é, infine, un atto di orgoglio personale contro gli interessi dello Stato».

Foto: "Calogero Antonio Mannino" di Massimiliano Scarabeo from Venafro, Italia - _MG_8794. Con licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Calogero_Antonio_Mannino.jpg#/media/File:Calogero_Antonio_Mannino.jpg

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