Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

NASPI, FISASCAT SICILIA: " UNA PARTE DELLA TASSA DI SOGGIORNO ALLE FAMIGLIE DEI LAVORATORI”

07/10/2016 - "Alla luce delle problematiche determinate dalla nuova Naspi introdotta con il Jobs Act, in virtù della quale i lavoratori rischiano di perdere l’accesso ai sussidi, andando incontro – in quanto stagionali – a un taglio del 50% del valore dell’indennità precedentemente percepita, proporremo ai Comuni siciliani e quindi anche a Taormina che una parte della tassa di soggiorno, venga destinata al sostegno al reddito per le famiglie dei lavoratori". A preannunciare la proposta è la Fisascat Cisl Sicilia, attraverso le parole del segretario regionale aggiunto, il taorminese Pancrazio Di Leo, che intende chiedere agli amministratori di destinare una quota dell'imposta turistica ai lavoratori del settore turismo che, dopo la riforma Naspi varata dal Governo, rischiano di arrivare al termine della stagione di impiego nelle rispettive attività alberghiere o commerciali senza riuscire a maturare i requisiti essenziali per l'accesso all'indennità di disoccupazione nei mesi invernali.

"La nostra idea è che una parte dei soldi della tassa di soggiorno potrebbe e dovrebbe essere destinata alle famiglie dei lavoratori del comparto turismo - spiega Di Leo -. Quei soldi, d'altronde, vanno senza alcun dubbio spesi per il settore dei servizi e del turismo. Va altresì valutata, pertanto, l'opportunità di aumentare la tassa di soggiorno e riservare quelle stesse quote in più che si introiterebbero per impiegarli a salvaguardia dei livelli occupazionali. Le strutture ricettive, infatti, ad oggi, pur avendo licenze annuali, non intendono garantire un impiego superiore ai 6 mesi di lavoro. La Naspi, a sua volta, non aiuta le famiglie che, nel periodo invernale, potranno contare su indennità di disoccupazione ridotte del 50% in rapporto ai mesi in cui il lavoratore sarà stato occupato. A questo punto le soluzioni sono due: o le strutture ampliano il periodo lavorativo da marzo a ottobre, come da accordi sindacali regolarmente sottoscritti a suo tempo, o altrimenti andrebbe aumentata la tassa di soggiorno, che viene pagata dal turista, utilizzando quella quota aggiuntiva per il sostegno al reddito delle famiglie per il periodo della bassa stagione. Si potrebbe, eventualmente, togliere o ridurre la tariffa della tassa di soggiorno per gli imprenditori che nelle loro strutture amplieranno il periodo delle assunzioni del personale".

Nel periodo lavorativo aggiuntivo, sempre stando a quanto auspica il sindacato, si potrebbe puntare sulla formazione, con specifici corsi di aggiornamento e perfezionamento professionale, da predisporre d'intesa con la Regione e con il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro dei settori interessati. Si potrebbero impiegare, inoltre, i lavoratori nei periodi di inattività "in lavori di pubblica utilità a beneficio delle comunità locali "a beneficio delle comunità cittadine, d'intesa con le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori".

"La gente è preoccupata perché lavorando 6 mesi e percependo una indennità ridotta non potrà usufruire di copertura assicurativa pensionistica pari a 12 mesi - evidenzia il segretario generale della Fisascat Cisl Messina, Salvatore D'Agostino - Taormina e il comprensorio ad esempio hanno tutte le condizioni ideali per dare ai lavoratori un periodo di impiego che si estenda da marzo a ottobre e in tal modo garantire almeno 8 mesi di lavoro".

"La problematica necessita di un intervento strutturale a tutela dei lavoratori - aggiunge Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia - e la nostra proposta può rappresentare una valida soluzione. Siamo di fronte ad un problema sociale che si verrà a creare sia per la mancanza di lavoro, sia per la relativa difficoltà che avranno in termini economici le famiglie".

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