Ponte sullo Stretto, un’opera che non serve alla Sicilia, non serve alla Calabria, non serve all’Italia

Ponte sullo Stretto. Di Paola (M5S): Il Ministro Salvini restituisca il miliardo e trecento milioni scippati ai siciliani. Siracusano, a Messina in scena i soliti professionisti del ‘no’. Ponte sullo Stretto: Federconsumatori aderisce al corteo nazionale del 29 novembre, contro  un’opera che non serve alla Sicilia, non serve alla Calabria, non serve all’Italia. Messina 29 novembre 2025 - "Oggi sarò in piazza con i cittadini e le associazioni “No Ponte” per dire no al progetto del ponte sullo Stretto. Un’opera costosissima e rischiosa, che mette a repentaglio territorio, ambiente e sicurezza sismica, mentre le risorse potrebbero essere investite in infrastrutture realmente utili per il Sud. La prossima settimana presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture per chiedere chiarimenti su gravi criticità evidenziate dalla Corte dei conti: mancata trasparenza sulle interlocuzioni con la Commissione europea, carenze nelle valutazioni ambientali, violazio...

INCHIESTA “SINDACOPOLI”, ACCERTATA FALSA PROGETTAZIONE PER IL RIFACIMENTO DELLE LINEA FERROVIARIA PALERMO – MESSINA

Inchiesta “Sindacopoli”, si concludono gli accertamenti tributari dopo 46 misure cautelari penali. Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Oristano ha concluso verifiche e controlli a società e professionisti che, a vario titolo, sono emersi nell’ambito dell’inchiesta “Sindacopoli”, condotta dalla Procura della Repubblica di Oristano. Tra i  casi più eclatanti finte progettazioni di ferrovie in Serbia. Accertati anche casi di false progettazioni di opere pubbliche per il rifacimento di una parte delle linee ferroviarie nelle tratte Palermo – Messina. 

23/01/20018 - Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Oristano ha appena concluso verifiche e controlli a società e professionisti che, a vario titolo, sono emersi nell’ambito dell’inchiesta “Sindacopoli”, che è stata condotta dalla Procura della Repubblica di Oristano (con il coordinamento del Procuratore Capo, dott. Ezio Domenico Basso) e ha riguardato vicende relative a numerosissimi appalti in tutta l’isola, tra cui i lavori di progettazione e costruzione di alcuni lotti della strada statale Sassari-Olbia.

L’attività di controllo fiscale, giusto sbocco alla precedente e incisiva indagine di polizia giudiziaria, si è conclusa in questi giorni e ha riguardato 8 società con sede a Roma, Forlì e Cagliari che si sono aggiudicate - tramite metodi corruttivi - appalti per la costruzione della grande arteria stradale sarda, nonché 2 professionisti, entrambi protagonisti delle vicende criminose in quanto trait d’union tra la componente politica in grado di influenzare le assegnazioni delle opere e le imprese stesse.

Si parla di tangenti che non venivano pagate col vecchio metodo della “bustarella” bensì attraverso finte consulenze e progettazioni di lavori mai eseguiti, grazie ai quali il denaro passava dalle società di costruzione a faccendieri che, con l’intervento di alcuni personaggi di spicco della politica regionale, pilotavano le nomine dei commissari di gara compiacenti. Pur di dare una parvenza di verità alle fatture utilizzate per imbastire il collaudato meccanismo fraudolento, si è ricorsi ai più svariati stratagemmi.

I casi più eclatanti riguardano finte progettazioni di ferrovie a Doha (Qatar) e in Serbia oltre a false consulenze per opere di ingegneria per la realizzazione di un centro clinico anche questo in Serbia. Sono stati accertati anche casi di false progettazioni di opere pubbliche per il rifacimento di una parte delle linee ferroviarie nelle tratte Palermo – Messina e Macomer – Nuoro. Altro caso eclatante riguarda il pagamento delle tangenti per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia rinnovabile nella piana di Ottana.

In quest’ultimo caso, le tangenti sono state giustificate mediante l’emissione di false fatturazioni per lavori mai eseguiti in Trentino-Alto Adige relativi al rifacimento di una strada a Madonna di Campiglio. Le fatture false emesse per giustificare le prestazioni fasulle, quindi, oltre a essere il veicolo con cui venivano pagate le tangenti ai pubblici amministratori e politici corrotti, dal punto di vista tributario hanno consentito di rivestire il denaro con una lecita giustificazione “di facciata”, nonché hanno contribuito anche a far pagare meno tasse perché, per chi le riceveva, non erano altro che costi sostenuti da poter registrare in contabilità: insomma, tutto formalmente ineccepibile.

Nel caso di uno dei professionisti, invece, le contestazioni riguardano non solo il fatto che non ha presentato le obbligatorie dichiarazioni dei redditi, diventando di fatto un EVASORE TOTALE, ma anche che i proventi incassati derivano dai reati di corruzione e turbativa degli appalti. La legge, infatti, prevede che siano tassati anche i guadagni derivanti dalla commissione di reati.

Nel complesso, al termine delle attività, le Fiamme Gialle oristanesi hanno segnalato all’Agenzia delle Entrate redditi non dichiarati e costi indeducibili per totali € 4,6 milioni oltre a Iva per € 1,2 milioni circa, e hanno denunciato per reati fiscali 7 amministratori di società. Si è in attesa delle decisioni assunte dalle Autorità Giudiziarie competenti circa le proposte di sequestri preventivi per equivalente avanzate per oltre € 1 milione, somma corrispondente al totale delle imposte evase.

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