Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

M5S: “Immobili, la Regione non sa cosa possiede. Tutto fermo dopo il censimento-flop del 2009”

“Incredibile ma vero, - afferma il deputato 5 stelle - la Regione non sa cosa possiede e, soprattutto, non sta facendo nulla per poterlo scoprire dopo l'ultima disastrosa ricognizione. Ce lo hanno detto gli uffici dell'assessorato al Bilancio in seguito ad una richiesta di accesso agli atti”.

Palermo, 19/12/2019 - "Incredibile ma vero, la Regione non sa cosa possiede e, soprattutto, non sta facendo nulla per poterlo scoprire dopo il censimento flop del 2009. Ce lo hanno detto gli uffici dell'assessorato al Bilancio, che candidamente hanno ammesso, in seguito ad una richiesta di accesso agli atti, che la cosa non è di loro competenza e che non hanno il personale per poterlo fare”.
Lo afferma il deputato M5S all'Ars, Nuccio Di Paola, che sulla questione immobili della Regione da tempo ha acceso i riflettori, mettendo a nudo numerose falle del disastroso censimento del 2009.

“Vorremmo capire – afferma il deputato - come fa la Regione a predisporre manovre di bilancio o a pensare a pianificare operazioni immobiliari se prima non fa nulla per accertarsi di cosa sia di sua proprietà. Sino al 2006, ci hanno scritto gli uffici del Bilancio, l'attività era svolta a titolo oneroso dall'Agenzia del Demanio, attualmente si avvalgono degli uffici del Genio civile competenti sul territorio, ma solo in maniera sporadica. Tutto ciò è assurdo”.

“Anche la Corte dei conti – continua il deputato - in sede di parifica, nei giorni scorsi, ha sottolineato come resti gravemente irrisolto il problema della ricognizione straordinaria del patrimonio regionale e della conseguente rideterminazione del suo corretto valore”.
“La magistratura contabile – continua Di Paola – ha anche evidenziato il clamoroso fallimento dell'ultimo censimento, sottolineando che questo 'non ha recato alcun beneficio alla Regione e ha comportato il dispendio di ingenti risorse pubbliche senza alcuna concreta utilità per la collettività'”.

“In occasione di quel censimento – prosegue Di Paola – sono stati letteralmente buttati dalla finestra 110 milioni di euro di soldi pubblici, senza alcuna utilità per i siciliani. I dati di quella ricognizione sono stati per lungo tempo sottochiave, blindati da una password misteriosamente smarrita e poi riapparsa quando il materiale raccolto era diventato obsoleto e pertanto inservibile. Tutto ciò è inconcepibile. Speriamo che su questa vicenda la magistratura contabile avvii un'indagine per danno erariale. Intanto chiediamo al presidente della Regione di avviare un' indagine interna che appuri chi ha permesso questo scempio. Chi ha sbagliato ora paghi”.

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