Coronavirus: il presidente della Regione Siciliana, Musumeci, risponde alle segnalazioni dello sbarco a Messina di molte persone provenienti dalla Calabria. Pretendo che quell’ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza.
Palermo, 22 marzo 2020 - Un Piano straordinario di contenimento e contrasto del contagio dal Coronavirus per l'Istituto neurolesi 'Bonino Pulejo' di Messina. È una delle azioni messe in campo dall'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, alla luce dei casi che hanno interessato dei pazienti della struttura di contrada Casazza. Nei reparti vanno avanti le misure di sanificazione, mentre tutto il personale sanitario del Bonino Pulejo è stato sottoposto al test del tampone, così come gli altri pazienti.
Intanto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, risponde alle segnalazioni provenienti da più parti a causa dello sbarco dalla Calabria di molte persone non autorizzate:
"Mi segnalano appena adesso che a #Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate. Non è possibile e non accetto che questo accada. Ho chiesto al prefetto di intervenire immediatamente. C’è un decreto del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute che lo impedisce. Pretendo che quell’ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza. Il governo nazionale intervenga perché noi siciliani non siamo carne da macello!".
"Ho appena avuto conferma dalla prefettura di Messina che saranno ulteriormente intensificati i controlli sullo Stretto. Possono passare, alla luce del provvedimento nazionale, SOLO i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia. BASTA. Stiamo facendo sacrifici enormi e bisogna dare certezze a tutti i cittadini che questa fase è seguita con impegno."
Siamo nelle mani di un governo debole che agisce con approssimazione. La notte scorsa abbiamo assistito all'ennesima fuga verso il Sud, scene da esodo estivo a Villa San Giovanni, con centinaia di automezzi in attesa di imbarcarsi per la Sicilia. È la terza precipitosa ed incontrollata partenza di massa dal Nord, nonostante gli appelli, i divieti e nel bel mezzo di una emergenza sanitaria mondiale. Esistono decreti e limitazioni, questi ultimi a firma del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute, ma nessuno li fa rispettare. La Sicilia rischia di pagare il prezzo più alto di questa pandemia, il tutto per superficialità e menefreghismo. Incredibile, come si sia potuto permettere in un’Italia “blindata”, ma con una semplice autocertificazione in mano, percorrere indisturbati migliaia di chilometri. Questa volta qualcuno dovrà risponderne.
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Lo scorso 17 marzo il presidente Nello Musumeci scriveva:
"Quello che avviene in queste ore al porto di Villa San Giovanni è grave. Soltanto una pattuglia della Polizia di Stato per i controlli ai pullman e alle automobili in attesa di imbarcarsi sui traghetti per la #Sicilia, malgrado il provvedimento di divieto emanato ieri dal ministro dei #Trasporti, su mia richiesta. Non ci si è resi conto della gravità della situazione. Allo Stretto sono rimaste solo le poche guardie del CORPO FORESTALE della REGIONE SICILIANA ad eseguire i controlli, di fronte a migliaia di mezzi in arrivo con persone di cui non conosciamo lo stato di salute. Al ministro dell'Interno, di cui ho apprezzato la disponibilità in questi giorni per altri problemi, faccio appello affinchè disponga allo Stretto di #Messina quanti più uomini in divisa per creare una cintura che lasci entrare sull'Isola solo chi ne ha diritto".
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