Nel 2020 l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%,
da 8,6%). Se nel 2019 le famiglie povere del nostro Paese erano distribuite
quasi in egual misura al Nord (43,4%) e nel Mezzogiorno (42,2%), nel 2020 arrivano al 47% al Nord
contro il 38,6% del Mezzogiorno (167mila famiglie).
16/06/2021 - L’incidenza di povertà
individuale sale all’11,1% (11,7% nel Sud, 9,8% nelle Isole) dal 10,1% del 2019; nel Centro è pari
invece al 6,6% (dal 5,6% del 2019).
L’incidenza di povertà assoluta in Italia varia anche a seconda del titolo di godimento dell’abitazione
in cui si vive, e la situazione è particolarmente critica per chi vive in affitto.
Le oltre 866mila famiglie povere in affitto rappresentano il 43,1% di tutte le famiglie povere, a fronte di
una quota di famiglie in affitto pari al 18,3% sul totale delle famiglie residenti.
Le famiglie affittuarie nel Mezzogiorno sono in povertà assoluta nel 22,1% dei casi, rispetto al 18,1%
del Nord e al 12,3% del Centro.
Va considerato che il titolo di godimento dell’abitazione è fortemente legato all’età della persona di
riferimento, così come alla cittadinanza dei componenti. Infatti, le famiglie con persona di riferimento
giovane (frequentemente con minori al loro interno) e quelle con stranieri, vivono più frequentemente
in affitto, poiché scontano sia una minore capacità reddituale sia una minore probabilità di avere
accumulato risparmi o di aver avuto accesso a beni ereditari.
La quota di affittuari nella popolazione totale scende al crescere dell’età della persona di riferimento
(dal 39,4% se è under35 al 10,9% se ha 65 anni e più) e contestualmente aumenta la quota di
proprietari (dal 43,6% all’82,8%). Guardando la cittadinanza, vive in affitto il 70,7% delle famiglie
povere con stranieri mentre solo il 15,6% ha una casa di proprietà contro, rispettivamente, il 32,2% e
il 55,7% delle famiglie in povertà di soli italiani.
Tra le famiglie con minori, quelle in affitto sono povere nel 25,4% dei casi, il 7,0% sono proprietarie e
il 13,3% usufruttuarie o in uso gratuito.
L’affitto medio per le famiglie in povertà assoluta è pari a circa 330 euro mensili, contro i 433 euro
pagati dalle famiglie non in condizione di povertà. Tuttavia, poiché la spesa media mensile
complessiva delle prime è molto più bassa di quella delle seconde (918 euro contro 1.938), la voce
per l’affitto pesa per il 35,9% sul totale delle spese familiari quando si è poveri (39,0% nel Nord,
36,0% nel Centro, 31,0% nel Mezzogiorno) e per il 22,3% quando non si è poveri.
Paga un mutuo il 19,8% delle famiglie in povertà assoluta che vivono in casa di proprietà (19,5% delle
famiglie non povere). Dal punto di vista economico, questa voce di bilancio è un investimento, e non
rientra quindi nella spesa per consumi.
Tuttavia, per le famiglie che la sostengono rappresenta
un’uscita gravosa, in particolare per quelle che scendono sotto la soglia di povertà anche a causa di
questo esborso che sottrae risorse alle spese per consumi. La rata media effettiva per le famiglie che
pagano un mutuo è di 459 euro mensili per le famiglie povere e di 549 euro per quelle non povere.
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