La «Filastrocca dei Viandanti e il Platano» di Mimmo Mòllica ripropone la favola e la morale di Esopo. Due viandanti sfiniti dal caldo trovano ristoro all’ombra di un platano, ma dopo essersi ben riposati lo biasimeranno dicendo che quell'albero è inutile perché non dà frutti. Così tra gli uomini quando non vengono riconosciute le loro qualità. «Filastrocca dei viandanti e il platano»Un dì d'estate il sole era già alto
e due viandanti morti di caldo e sete,
vedendo un platano fecero un gran salto
ed a quell’ombra trovarono la quiete.
Dormirono sfiniti, come un sasso,
all’ombra di quel platano insperato,
come dormir su un verde materasso,
finché un viandante non si fu svegliato.
Guardando il platano vide le sue fronde
fitte di foglie che presto fioriranno,
presero a dire: “Son sterili e infeconde,
queste son piante che frutti non ne danno.
Ma il platano pensò: «Viandanti ingrati,
dite male di me, ma dopotutto,
all’ombra mia vi siete riposati
e pure l’ombra delle mie foglie è frutto.
Ed io vi ho accolti stanchi ed infelici,
al fresco delle fronde come amici».
Così tra gli uomini, c’è gente modesta
che fa del bene ma con discrezione,
e tolleriamo gente assai molesta,
il vigliacco, l’ipocrita e il briccone.
Mimmo Mòllica
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La «Filastrocca dei Viandanti e il Platano» ripropone la morale di Esopo. Sotto il caldo torrido dell’estate due viandanti provati dal caldo e dalla sete fanno un salto di gioia vedendo un platano, alla cui ombra si sdraiano e riposano beati, finalmente.
Ma guardando verso l’alto il platano e le sue fronde, prendono a disprezzarlo dicendo che quell’albero è inutile per gli uomini poiché non dà frutti.
E il platano risponde: "Ingrati, state ancora godendo del mio beneficio ma mi chiamate inutile e sterile. Così pure tra gli uomini, alcuni sono così sfortunati che le loro qualità non vengono riconosciute anche quando aiutano il prossimo.
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Illustrazione di not known none da Pixabay
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