Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

‘Giornate nazionali dei Castelli’: a Raccuja la fortificazione appartenuta ai Branciforti torna luogo di cultura

Si sono conclusi gli eventi in Sicilia della XXIV edizione delle ‘Giornate nazionali dei Castelli’. A Raccuja la fortificazione appartenuta alla famiglia Branciforti, e oggi del Comune, è tornata ad essere luogo di socialità e cultura per la comunità nebroidea. A Mineo, torna a splendere dalla sua rocca il Castello di Serravalle grazie all’impegno della famiglia proprietaria. Il prossimo appuntamento a settembre con il calendario autunnale dell’iniziativa: protagonista sarà il Castello di Noto. 

MESSINA, 15 MAG – Due luoghi ritrovati che hanno voglia di farsi conoscere. Profondamente diversi per forma e ubicazione, i castelli di Raccuja e Serravalle tornano ad abbracciare le loro comunità, dopo averle protette dall’alto per secoli, arricchendo il prezioso e vasto patrimonio di castelli, forti, dongioni e torri d’avvistamento in Sicilia. Tanto si deve all’attività dell’Istituto italiano dei Castelli onlus, promotore in tutta Italia della XXIV edizione delle ‘Giornate nazionali dei Castelli’, che si sono svolte questo fine settimana e che completeranno il cartellone di iniziative a settembre, quando protagonista sarà il Castello di Noto. 

Sabato e domenica l’Istituto nazionale, in sinergia con la sezione siciliana della onlus, ha organizzato due giornate di studi, approfondimenti e visite in provincia di Messina, a Raccuja nel castello Branciforti e a Mineo, nel catanese, presso il castello di Serravalle. 

RACCUJA – A Raccuja la giornata si è aperta con un seminario all’interno della sala conferenze della fortificazione, dedicata alla memoria dell’avvocato Nunzio Astone che, tra gli anni Ottanta e Novanta, è stato fautore dell’acquisto della struttura da parte del Comune e si è prodigato per portare avanti un ventennale restauro. Lo hanno ricordato le figlie, Maria Annunziata e Antonella Astone, docenti dell’Università di Messina: “Dobbiamo ringraziare la presidente nazionale dell’Istituto italiano dei Castelli, Michaela d’Alcontres Marullo – hanno detto - che ha coronato quel sogno divenuto realtà e portato avanti da nostro padre. Grazie a 2 2 lei, infatti, oggi l’edificio è inserito nel circuito italiano dei castelli.” Nunzio Astone è stato un amministratore molto attento allo sviluppo di questo territorio. La tavola rotonda è stata aperta dal sindaco di Raccuja, Ivan Martella, insieme alla presidente Michaela d’Alcontres Marullo e hanno partecipato il contrammiraglio Santo Giacomo Legrottaglie, delegato per la provincia di Messina dell’Istituto italiano dei Castelli e il direttore editoriale della ‘Gazzetta del Sud’, Lino Morgante. 

Presente all’iniziativa, inoltre, il prorettore dell’Università di Messina, Giovanni Moschella. Le relazioni tecniche sono state affidate all’architetto Mirella Vinci, soprintendente ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina che ha tratteggiato un’analisi sulla storia e sull’Architettura del castello di Raccuja, “che appartiene a un patrimonio che va salvaguardato e conservato, ha evidenziato la soprintendente. Negli anni la Soprintendenza si è molto impegnata per la salvaguardia della struttura raccuiese. La provincia di Messina possiede tanti castelli, anche perché ha un’estensione territoriale notevole, più delle altre otto province e, quindi, tante preziose strutture da considerare”. Il professore Biagio Ricciardi, dell’Istituto Italiano dei Castelli, ha curato una breve storia della famiglia Branciforti in Sicilia, “grande famiglia dell’aristocrazia siciliana - ha sottolineato – con radici in Spagna e in Francia, fondatori di almeno 30 grandi abitati nell’Isola”. 

Il sindaco Ivan Martella, presente insieme alla giunta e ai consiglieri comunali, ha ricordato “quanto sia motivo d’orgoglio per la comunità di Raccuja avere una struttura tra i principali castelli storici d’Italia. Dopo la fase del lungo restauro siamo ora impegnati nel percorso di valorizzazione, ci stiamo concentrando sul futuro di questo piccolo borgo puntando tutto sul nostro castello, sulla cultura e sulle nostre bellezze naturalistiche”. 

“Molto si è fatto per il patrimonio castellano siciliano – ha spiegato la presidente nazionale Iic Michaela d’Alcontres Marullo – tanto ancora si deve fare, come qui a Raccuja, dove il castello, dopo il suo recupero, ha bisogno di essere inserito pianamente nel ciclo turistico ed economico della vita sociale del territorio. Il nostro impegno è quello di creare una rete tra tutti i castelli per alimentare anche una rete del turismo castellano, che ancora manca ed è in grado di risvegliare anche le aree più interne dei nostri comprensori. Bisogna lavorare per strutturare questa rete e renderla attraente”. 2 3 E non vi è dubbio come la comunicazione possa contribuire a ciò. 

Lo ha sottolineato il direttore editoriale di ‘Gazzetta del Sud’, Lino Morgante: “Seguo da molti anni l’attività dell’Istituto italiano dei Castelli – ha sottolineato Morgante -. È necessario riscoprire i nostri borghi che hanno una loro storia e sono microcosmi parecchio apprezzati all’estero. Molti da fuori hanno acquistato case, guardiamo a quanto avvenuto in Umbria e Toscana, ciò sta avvenendo da qualche anno anche in Sicilia e Calabria; oppure pensare al modello dell’albergo diffuso, nuove soluzioni che stanno facendo rinascere tante piccole realtà della nostra Isola”. 

La giornata si è conclusa con la visita guidata alla Chiesa Madre di Santa Maria di Gesù e il percorso ‘Antonello Gagini tra Messina e Palermo’, curato dal direttore del Museo regionale interdisciplinare di Messina l’architetto Orazio Micali: “Raccuja è particolarmente importante per la storia medievale della Sicilia – ha spiegato il direttore del MuMe – dopo una fase di depressione dell’Isola, all’inizio del XIV secolo, è seguita una ripresa a partire dal secondo decennio del secolo successivo, che ha portato le città, ma soprattutto le committenze ad elevare la richiesta di opere, chiamando importanti artisti da altre zone della penisola, in particolare Toscana, Veneto e Lombardia fino e oltre le Alpi. 

In questo quadro si inserisce la presenza di autorevoli esponenti, quali sono stati i Gagini, dal padre Domenico al figlio Antonello, presenze straordinarie sul finire del 1400 e la prima metà del 1500. Le opere sono per lo più presenti – spiega Micali - li dove sono state commissionate e realizzate, prevalentemente edifici sacri ma non solo, sulla dorsale tra Palermo e Messina, dove l’attività di questi due artisti è stata intensa, ma anche in altre parti della Sicilia e del Meridione d’Italia. La Chiesa Madre di Raccuja è un edificio molto importante costruito in un periodo abbastanza lungo, che custodisce opere di valore, anche attribuite a Giovan Battista Mazzolo, 2 4 testimoniando l’altissima qualità della committenza e anche degli artisti che in quel periodo hanno operato in Sicilia e nella provincia di Messina, chiamati da commercianti e nobili del territorio”.

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