Traffico di migranti. La Polizia di Stato di Palermo chiude più di 700 siti di trafficanti di esseri umani

Traffico di migranti. La Polizia di Stato chiude più di 700 siti di trafficanti, per attrarre i 'clienti' con indicazioni sulle tariffe.  16 sett - Traffico di migranti provenienti dalle rotte maghrebine, la Polizia di Stato di Palermo, in collaborazione con la locale Sisco e con il coordinamento del Servizio centrale operativo, ha avviato il monitoraggio delle pagine social ed i profili utilizzati dai trafficanti di esseri umani per promuovere i viaggi illegali dalle coste nordafricane a quelle nazionali. Le analisi sono state condotte anche dai poliziotti della Squadra mobile di Palermo.  Le associazioni criminali si servono dei social network per pubblicizzare le proprie attività illegali e sponsorizzare i servizi di trasporto. Diversi sono i contenuti utilizzati dai gestori di quelle pagine per attrarre nuovi "clienti", in alcuni casi venivano offerti prezzi scontati per donne e bambini, nonché veri e propri pacchetti viaggio per famiglie.  Nei siti erano ind

Fondo Europeo e Sicilia: malversazione, frode fiscale e autoriciclaggio, 7 misure interdittive, sequestrati beni per 15 milioni

Palermo. Ipotizzata indebita percezione di erogazioni pubbliche, malversazione, frode fiscale e autoriciclaggio. Applicate 7 misure interdittive e sequestrati complessi aziendali, disponibilità finanziarie e beni per circa 15 milioni di euro. I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza con cui il G.I.P. del Tribunale del capoluogo, su richiesta del locale Ufficio della Procura Europea (EPPO – European Public Prosecutor’s Office), ha applicato n. 7 misure interdittive del divieto di contrattare con la P.A. e di esercitare attività professionali o imprenditoriali.


Palermo, 24/05/2024 - Con il medesimo provvedimento è stato disposto anche il sequestro di n. 5 complessi aziendali, somme di denaro, beni mobili e immobili, nonché quote societarie per un importo complessivo di circa 15 milioni di euro, quale profitto dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, autoriciclaggio, malversazione, nonché emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, a vario titolo contestati. Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di polizia Economico-Finanziaria di Palermo (Gruppo Tutela Spesa Pubblica), hanno avuto ad oggetto richieste di contributi pubblici nell’ambito:

- del bando O.C.M. Vino campagna vitivinicola 2018/2019, per un importo di circa 1,5 milioni di euro;

- del Programma Operativo (P.O.) Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Sicilia 2014/2020, per un importo di circa 1,8 milioni di euro;

- della misura 121 del PSR Sicilia 2007/2013 - ammodernamento delle aziende agricole, per un importo di circa 1,3 milioni di euro,

e hanno consentito di ipotizzare l’indebita percezione di contributi di origine nazionale ed europea, nonché l’esistenza di un’articolata frode fiscale.

In particolare, gli indagati avrebbero presentato alla Regione Siciliana fatture per opera-zioni inesistenti, nonché altra documentazione mendace (relazioni, computi metrici, dichiarazioni sostitutive di atto notorio), allo scopo di attestare falsamente il sostenimento dei costi relativi alla realizzazione di un impianto per la distribuzione carburanti, di un’azienda agricola completa di stalle e di un vigneto con annessa cantina.
In realtà solo quest’ultimo progetto sarebbe stato in parte realizzato, peraltro utilizzando false attestazioni al fine di far risultare la conclusione dei lavori entro i termini previsti dal decreto concessorio.

Gli accertamenti svolti hanno permesso di rilevare che, al fine di documentare il sostenimento dei costi per la realizzazione dei progetti finanziati, sarebbero state emesse fatture false, per un importo di circa 10 milioni di euro, da un circuito di società apparentemente distinte da quelle beneficiarie delle pubbliche sovvenzioni, ma di fatto riconducibili al principale indagato e ideatore del sistema di frode.
Le indagini finanziarie, in particolare, avrebbero dimostrato la simulazione dei pagamenti relativi alle false fatturazioni, in quanto effettuati quali mere “partite di giro”, attraverso l’impiego della medesima somma di denaro (cd. somma “navetta”) che ha fatto “la spola” tra i conti correnti delle società interessate.

Il descritto meccanismo fraudolento, avrebbe consentito agli indagati di ottenere indebitamente contributi pubblici per oltre 4,5 milioni di euro, di cui oltre 2 milioni di euro già erogati.
Le attività investigative hanno, inoltre, evidenziato come i citati fondi pubblici sarebbero in parte stati utilizzati anche per fini diversi rispetto a quelli per i quali erano stati erogati, consentendo di avanzare anche ipotesi di malversazione per circa 850.000 euro, nonché impiegati in attività economiche e per investimenti speculativi (sottoscrizione di fondi comuni d’investimento), con conseguente configurazione del reato di autoriciclaggio per un valore di un milione di euro. ??

L’odierna operazione di servizio testimonia la stretta sinergia operativa tra la Procura Europea e la Guardia di Finanza a tutela degli interessi economico – finanziari dell’Unione Europea, nella consapevolezza che l’illecita apprensione di risorse destinate agli investimenti frena lo sviluppo del Paese.

Commenti