Palermo, omicidio di Paolo Taormina: confessa l'omicida, è un 28enne del quartiere Zen

Palermo, omicidio di di Paolo Taormina. Confessa l'omicida,  Gaetano Maranzano, un 28enne del quartiere Zen, rione periferico di Palermo. Maranzano è stato fermato dai carabinieri, che conducono le indagini, a casa della compagna, nel quartiere Cruillas : 'Ho perso il controllo', ha detto il giovane omicida. Paolo Taormina  aveva 21 anni ed era uscito dal pub gestito con i genitori per sedare una rissa scoppiata a poca distanza. 12/10/2025 - I palermitani piangono Paolo Taormina, 21 anni, assassinato la scorsa notte davanti al pub 'O Scruscio', il locale di famiglia che gestiva con i genitori e con la sorella Sofia. L'omicidio è avvenuto là, a poca distanza, sotto lo sguardo dei tanti giovani che affollavano la piazzetta della movida notturna. Paolo Taormina sarebbe intervenuto nel tentativo di sedare una rissa.  Quindi il fermo di Gaetano Maranzano, 28 anni, abitante nel quartiere Zen di Palermo, rione periferico ad alto tasso criminale. Maranzano è stato ferm...

Ai giovani di Palermo: "Per una cultura della non violenza serve un nuovo Patto Educativo Territoriale”

Lettera aperta ai giovani di Palermo per una cultura che non accetta la violenza. P.Vitangelo Denora: “Serve un nuovo Patto Educativo Territoriale”.

PALERMO, 13/10/2025 – I giovani devono farsi attori e promotori di una cultura della pace dove bellezza, giustizia, libertà diventino i pilastri di una società migliore. A poche ore dal drammatico fatto di cronaca della morte del giovane Paolo Taormina, il direttore generale del Gonzaga Campus scrive una lettera rivolta a tutti i giovani di Palermo.

A voi, ragazze e ragazzi, che abitate questa città. In questi giorni Palermo è ferita. Paolo, un giovane come voi, è stato ucciso mentre cercava di fermare la violenza. Non è giusto. Non è normale – scrive p. Vitangelo Denora, direttore generale del Gonzaga Campus -. E non possiamo far finta che non sia successo. È normale avere paura. È giusto essere indignati. Quello che è accaduto ci riguarda tutti. Perché ogni volta che un giovane viene colpito, viene colpita tutta la speranza che portiamo dentro. Ma non lasciamo che la paura diventi silenzio. Avete il diritto di vivere la vostra età in serenità, di uscire la sera senza sentirvi in pericolo, di costruire futuro in una città che vi accolga e vi rispetti. Avete il diritto di sognare, di pretendere bellezza, giustizia, libertà e di indignarvi quando questo non avviene. Avete anche il dovere – e la forza – di reagire con il bene, con le parole, con i gesti coraggiosi”.

Vogliamo dirvelo con chiarezza: siete voi i protagonisti di una nuova cultura, quella che non accetta la violenza come normalità, quella che alza la voce quando c’è un’ingiustizia, quella che sa costruire, non distruggere – continua la lettera -. In memoria di Paolo, ma anche per tutti voi: non abbiate paura di essere diversi, giusti, veri. Noi adulti, educatori, insegnanti, siamo con voi. Per ascoltarvi, per camminare insieme, per sognare città più umane. Per questo stasera ci saremo anche noi alla marcia, per questo continueremo a costruire un Campus e una comunità che non è chiusa in se stessa ma che vuole essere un segno di speranza per la nostra città!

I giovani che vivono in questa città hanno il diritto di crescere, di sognare, di costruire il proprio futuro in un contesto di pace, sicurezza e dignità – riporta ancora la lettera -Educare alla pace, oggi, significa anche questo: significa insegnare a disarmare non solo gli eserciti, ma anche le parole, i gesti, gli atteggiamenti. Significa coltivare relazioni non violente, scelte responsabili, spazi di ascolto, percorsi di speranza. Occorrono investimenti seri e concreti in educazione. Servono scuole vive, centri educativi, luoghi di incontro e di crescita nei quartieri. Serve credere che il futuro si costruisce dando opportunità, alternative, presenza. Serve forse rilanciare un nuovo Patto Educativo territoriale che metta insieme istituzioni politiche, chiesa, associazioni e tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei giovani di questa terra. La risposta alla violenza non può essere solo repressione. È nella formazione, nell’accompagnamento, nella comunità che possiamo ricostruire il tessuto umano e sociale della nostra città”.

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