Ponte sullo Stretto, un’opera che non serve alla Sicilia, non serve alla Calabria, non serve all’Italia

Ponte sullo Stretto. Di Paola (M5S): Il Ministro Salvini restituisca il miliardo e trecento milioni scippati ai siciliani. Siracusano, a Messina in scena i soliti professionisti del ‘no’. Ponte sullo Stretto: Federconsumatori aderisce al corteo nazionale del 29 novembre, contro  un’opera che non serve alla Sicilia, non serve alla Calabria, non serve all’Italia. Messina 29 novembre 2025 - "Oggi sarò in piazza con i cittadini e le associazioni “No Ponte” per dire no al progetto del ponte sullo Stretto. Un’opera costosissima e rischiosa, che mette a repentaglio territorio, ambiente e sicurezza sismica, mentre le risorse potrebbero essere investite in infrastrutture realmente utili per il Sud. La prossima settimana presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture per chiedere chiarimenti su gravi criticità evidenziate dalla Corte dei conti: mancata trasparenza sulle interlocuzioni con la Commissione europea, carenze nelle valutazioni ambientali, violazio...

Caro materiali, in Sicilia a rischio 755 cantieri per 14,2 miliardi

Caro materiali: in Sicilia a rischio 755 cantieri per 14,2 miliardi E’ emergenza nazionale e l’Isola è prima per importi con il 15% del totale. Occorre coprire l’aumento dei costi rispetto ai prezzi previsti in gara Russo: “Invochiamo l’aiuto di Regione, Ars, partiti, parlamentari e sindacati affinché sollecitino al governo e al Parlamento nazionali l’adozione delle necessarie misure finanziarie per garantire il completamento delle opere e il mantenimento dei livelli occupazionali” 

Palermo, 28 novembre 2025 - L’Ance Sicilia segnala con grande preoccupazione i pesanti ritardi nei pagamenti dei ristori per il caro materiali degli anni precedenti e la mancanza di stanziamenti per coprire il fabbisogno di tutto il 2025 e per il 2026. In Sicilia, secondo i dati Cnce Edilconnect elaborati dal Centro studi di Ance nazionale, ci sono 755 cantieri attualmente in corso, per un importo complessivo di 14,2 miliardi di euro, per appalti che non hanno la possibilità di adeguamento prezzi e che, quindi, rischiano di subire rallentamenti o interruzioni. 

Di questi, 273 cantieri, per un valore di circa 4,4 miliardi, sono legati a progetti del “Pnrr”. Il fenomeno del caro materiali, osserva Ance Sicilia, non può considerarsi superato: i costi di esecuzione delle opere pubbliche rimangono significativamente più alti rispetto a quelli previsti nei prezzari vigenti al momento delle gare. Secondo i dati Istat, i prezzi di realizzazione delle opere sono aumentati del 30% rispetto alle previsioni di gara, trainati dai rincari dei principali materiali da costruzione, che rimangono su livelli molto elevati rispetto al periodo pre-Covid: acciaio +30%, bitume +49%, rame +65%. 

“Se non saranno stanziate risorse adeguate e se non ci sarà la proroga della misura al 2026, diventerà impossibile garantire la continuità dei lavori e sarà una vera e propria emergenza”, sostiene Salvo Russo, presidente di Ance Sicilia, sottolineando che “le imprese stanno già sostenendo anticipazioni finanziarie molto rilevanti, non più sopportabili a lungo, con il rischio concreto di una paralisi della filiera e di gravi ripercussioni sugli obiettivi del Pnrr”. 

Russo conclude: “La Sicilia è maglia nera nazionale, da sola rappresenta il 15% degli importi dei lavori non coperti, precede addirittura la Lombardia che pesa per il 13%. Pertanto chiediamo aiuto al governo regionale, ai responsabili regionali dei partiti, ai gruppi parlamentari dell’Ars e a tutti i deputati e senatori eletti in Sicilia e ai sindacati per sollecitare a livello nazionale al governo e al Parlamento l’adozione delle misure finanziarie necessarie a garantire la prosecuzione dei lavori e la loro puntuale realizzazione, il mantenimento dei livelli occupazionali e la tenuta di uno dei settori che più stanno contribuendo alla significativa crescita del Pil dell’Isola”.

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