Scuola, non tagli ma maggiori risorse per il MIM: 959,8 milioni nel 2026 dalla legge di bilancio
Roma, 19 dicembre 2025 - Con riferimento alle dichiarazioni rese da esponenti del Movimento 5 Stelle, il Ministero dell’Istruzione e del Merito precisa che il disegno di legge di bilancio per il triennio 2026-2028 non prevede tagli alle risorse destinate al comparto scuola, ma, al contrario, registra un incremento significativo degli stanziamenti, confermando l’attenzione del Governo verso il sistema dell’istruzione.
Il disegno di legge di bilancio autorizza, infatti, per lo stato di previsione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, spese finali in termini di competenza pari a circa 57.921,3 milioni di euro per il 2026. Questo stanziamento rappresenta, rispetto alla legge di bilancio 2025, un incremento complessivo delle risorse pari a circa 959,8 milioni di euro per il 2026.
Grazie a questa legge di bilancio, gli stanziamenti autorizzati si attestano, nel 2026, al 6,3% della spesa finale del bilancio statale, in aumento rispetto al 6,2% dell’esercizio precedente.
Tali dati sono facilmente reperibili nel dossier redatto dagli Uffici studi di Camera e Senato, annesso alla documentazione a corredo della legge di bilancio.
NOTA STAMPA MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO
In relazione a nuove dichiarazioni di esponenti dell’opposizione, si ritiene necessario precisare ulteriormente quanto segue. Spiace constatare che, volendo fare polemica a tutti i costi anche su temi seri quali quelli dell’istruzione, si finisca col contestare dati di fatto inoppugnabili. Come noto, la legge di bilancio ha una valenza triennale: essa stabilisce in via definitiva gli stanziamenti per il primo anno del triennio – in questo caso il 2026 – e in termini solo previsionali per i successivi due anni.
Questa legge di bilancio aggiunge, dunque, circa 960 milioni di euro al settore dell’istruzione, e questo è un fatto.
Quanto agli anni successivi, pur considerando il valore solo previsionale, basti dire che essi, per quanto previsti in diminuzione rispetto al primo anno del triennio, recano dei livelli comunque superiori a quelli indicati nella precedente legge di bilancio.
Ma più di tutto, la natura previsionale dello stanziamento previsto per gli anni successivi non tiene conto, per fare un esempio, di investimenti certi che saranno svolti in tali anni, pur non essendo, dal punto di vista contabile, ancora “formalmente” nel bilancio del MIM: si pensi, ad esempio, alle rilevanti risorse del contratto del comparto scuola 22-24 (siglato, ma ancora in via di certificazione) ed a quelle già riservate per il prossimo contratto 25-27.
Così in una nota il Ministero dell’Istruzione e del Merito.
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