FS Italiane, depositato un esposto denuncia dopo l'ennesimo incidente anomalo sulla rete

FS Italiane: depositato un esposto denuncia alle autorità.  Comunicato stampa Gruppo FS  alla luce dell'ennesimo incidente anomalo sulla rete e di un elenco di circostanze altamente sospette. Preparato un esposto denuncia depositato ora presso le autorità competenti. 15 gen 2025 - Il Gruppo FS, alla luce dell'ennesimo incidente anomalo sulla rete e di un elenco di circostanze altamente sospette, ha preparato un esposto denuncia molto dettagliato che ha depositato ora presso le autorità competenti. In particolare, gli orari in cui si sono verificati alcuni problemi (non può essere un caso che si tratti di quelli più complicati per la circolazione ferroviaria, con ricadute pesanti su tutta la rete), il tipo di guasti e la loro frequenza stanno destando più di qualche interrogativo.  Maltempo, interrotta la ferrovia tirrenica meridionale.  Comunicato stampa Gruppo FS 14 gen 2025 - Per i danni provocati dal maltempo che sta interessando la zona del Tirreno cose...

GIOIOSA MAREA, GATTI E MISFATTI: PICCOLO DIARIO DI UNA GRANDE VACANZA

03/09/2009 - "Per fermarci a dormire, scegliamo Gioiosa Marea, la perla del Tirreno. Peccato che la strada per raggiungere l'hotel sia interrotta da una frana, così dobbiamo fare il percorso alternativo. Alternativo all'inferno. Una mulattiera stretta e buia, che si fa sempre più stretta e più buia; ma dopo le discese ardite e le risalite, arriviamo alla mèta. Un hotel talmente grande da fare provincia, ma in una posizione così bella da farci trattenere il respiro: immerso nella collina che domina il mare, dalla nostra stanza si vedono le luci della costa e si sente lo sciabordio delle onde. Sono questi i momenti perfetti".
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Piccolo diario di una grande vacanza

giovedì 3 settembre 2009 - Partiamo dal ridente Ticino carichi di: valigie, borsone, l'irrinunciabile Nespresso, il mini-frigo con tavolette di cioccolata per i momenti di crisi, biscotti, bottigliette d'acqua/thè/cocacola/chinotto. La prima tappa del tour "dalle-alpi-alle-piramidi" è Roma.

L'itinerario è stato solo abbozzato, quando saremo nell'Isola ci guiderà solo la voglia di vedere e di scoprire. Ci sono alcuni luoghi precisi che vogliamo visitare, il resto verrà da sè ....
A Roma, alloggiamo in un hotel a pochi metri dalla ex-abitazione di Pupina, e ci fa uno strano effetto essere in albergo invece che a casa, dove abbiamo passato tanti bei momenti, dove ci sono ricordi di estati infuocate a badare ai pelosi, di serate sul terrazzo, di pomeriggi a sistemare le piante, di un paio di Natali tutti insieme, di scampoli di una vita recente e che sembra già tanto lontana.
Alla sera ce ne andiamo a Trastevere a mangiare una deliziosa paranza e frittura di verdure miste. Poi a nanna, ché l'indomani dobbiamo raggiungere Salerno per poi imbarcarci per Messina.
Al mattino, decidiamo di fare tappa a Pompei: è sulla strada e non possiamo saltarla.
Ed è così che alle 14, con 45° all'ombra, ci troviamo in mezzo ad un torma di turisti semi-svenuti dal caldo che si aggirano tra i ruderi pompeiani. Io mi trascino come uno zombie tra pietre e altari pagani, la calura è insopportabile, il Fiancé si accascia su un masso che scopriamo poi essere la latrina di una villa.
Torniamo alla macchina e solo grazie ad un' indimenticabile granita al limone riprendiamo a respirare normalmente e a ragionare di conseguenza.
Arrivati a Salerno, scopriamo che l'indirizzo dell'hotel è del tutto sconosciuto al nostro navigatore, cosicchè in una città bollente e praticamente deserta, dobbiamo chiedere indicazioni all'unico essere vivente nei paraggi: un omino che sonnecchia nel suo Ape riconvertito in carrettino dei gelati. Prova a spiegarci come arrivare, poi vede i nostri sguardi vacui e con brusca gentilezza ci intima "seguitemi". Lo seguiamo per curve e tornanti, usciamo dalla città, stiamo andando alla folle velocità di 20 km/h, dietro di noi un paio di macchine strombazzano, ci prende una ridarella incontrollabile, e quando siamo quasi sul punto di defilarci, eccoci davanti all'hotel e lui che si sbraccia dal furgoncino per salutarci .... sarà solo il primo di una serie di incontri che ci confermano la proverbiale disponibilità e ospitalità meridionali.
Il tempo di una doccia e via, per un piccolo giro della città, ma asserragliati in macchina, almeno c'è l'aria condizionata. M'incanta il bellissimo giardino sul lungomare, obbligo il Fiancé a parcheggiare, ci mischiamo ad una folla colorata e vociante, comperiamo un gelato enorme e passeggiamo anche noi, partecipando ad un rito semplice e antico: lo struscio.
Ci fermiamo in un piccolo ristorante che non ha attrattive particolari, se non quella di avere un tavolo libero! Ancora non lo sappiamo, ma lì mangeremo un sublime antipasto freddo di pesce e una grandiosa grigliata.
E lì avrà ufficialmente inizio anche la mia "vacanza eno-gastronomica", nel senso che ogni santa sera mi sono concessa un ottimo bicchiere di vino, rosso o bianco o rosé, ma tutti indistintamente sopra i 13°, col risultato di arrivare, ogni santa sera, in stato confusionale alla fine del pasto e di piombare in un sonno catalettico non appena toccavo il materasso. Con grande disappunto del Fiancé.
Finalmente arriva il momento di salpare per l'Isola.
E dopo 8 ore di mare piatto, con una bava di vento e il sole a picco, entriamo trionfalmente nel porto di Messina, accolti da un tramonto regale, dal caldo umidiccio della sera, dalle luci che, dall'altra parte dello stretto, ci confermano che noi siamo di qua, fuori dal Continente.
Per fermarci a dormire, scegliamo Gioiosa Marea, la perla del Tirreno. Peccato che la strada per raggiungere l'hotel sia interrotta da una frana, così dobbiamo fare il percorso alternativo. Alternativo all'inferno. Una mulattiera stretta e buia, che si fa sempre più stretta e più buia; ma dopo le discese ardite e le risalite, arriviamo alla mèta. Un hotel talmente grande da fare provincia, ma in una posizione così bella da farci trattenere il respiro: immerso nella collina che domina il mare, dalla nostra stanza si vedono le luci della costa e si sente lo sciabordio delle onde. Sono questi i momenti perfetti.
Il giorno dopo siamo di nuovo in viaggio, destinazione Bronte (qualcuno mi aveva chiesto di tornare a casa con almeno un kilo dei suoi celebri pistacchi), passando da Capo d'Orlando, e poi giù giù fino a Randazzo .... si entra e si esce da paesini apparentemente tutti uguali: case arse dal sole, un'opulenza di fiori e di piante, ulivi e fichi d'india, persiane chiuse dovunque, all'apparenza paesi disabitati ....

Il giorno dopo, decidiamo di puntare su Montalbano Elicona, classificato come uno dei 90 borghi medievali più belli d'Italia: è un piccolo paese a 900 m d'altitudine, con l'austero e magnifico castello di Federico II a far da guardia ai suoi 2'800 abitanti.Tornanti a non finire per arrivarci, ma l'arietta fresca, le viuzze, i balconi fioriti, le piccole case di pietra, e il favoloso "panificio del Castello" nonchè l'inaspettato "circolo della lettura" proprio nella piazza principale, ci dicono che abbiamo scelto bene. La sera andiamo a cena all'antica osteria "Al Sakali" facendo il tragico errore di volerci andare con la macchina .... praticamente si è mobilitato mezzo paese (e l'altro mezzo guardava e rideva) per farci uscire da quelle stradine dove passerebbe giusto un mulo!

Non è il caso di specificare che, trovandoci in un tempio dello slow-food, abbiamo mangiato divinamente, vero???

Ho un ricordo indimenticabile di quella notte a Montalbano. Perchè mentre il resto della Sicilia, dell'Italia e anche della Svizzera, bollivano, noi abbiamo dormito con un trapuntino e la finestra spalancata sulla valle inondata dalla luna e con i grilli a cantarci la ninna-nanna. In lontananza, brillava Milazzo col suo specchio di mare. Ed è stato proprio a Montalbano che mi è sembrato di toccare la Sicilia più genuina, fatta ancora di donne che la sera siedono fuori dall'uscio a chiacchierare, gli uomini anziani ai tavolini del bar, i bambini che giocano in piazza, le luminarie pronte per la festa della Patrona, il passeggio della gente vestita a festa. Piccoli scorci di una quieta normalità che ti fanno bene e male al cuore. Perchè pensi che sarebbe tutto più semplice se fosse ancora così, perchè sai che così non sarà più per la maggior parte di noi. Li guardo come fossero una specie in via d'estinzione, e ricordo improvvisamente le mie serate d'estate di bambina, a casa dei nonni, in un paese simile a questo, tra gente come questa, e sono felice di sapere che posti così esistono ancora.

Durante il tragitto per raggiungere Acireale, il Fiancé ha seriamente corso il rischio di venire amputato del suo braccio destro. Mentre io guidavo allegramente e Lui guardava la natura circostante e mi faceva l'ennesima lezione di geografia per farmi capire "dove siamo" e"dove stiamo andando", un nugolo di vespe ha attaccato la nostra macchina e nella frenesia di chiudere ermeticamente i finestrini, non ho notato che il suo braccio penzolava fuori. Ops!
Sulle lezioni di geografia, dovrei scrivere un post a parte, ma basti dire che più di una volta ho leggiadramente proposto "perchè non tiriamo dritto per Favignana?" e lui mi faceva notare che sarebbe stata una grande idea, peccato che fossimo esattamente dalla parte opposta. Ma tu ce l'hai presente com'è la Sicilia? chiedeva ingenuamente e inarcando il sopracciglio. Perchè? ribattevo io, dagli abissi della mia ignoranza. E alla sera, davanti alla cartina dell'Isola, mi faceva vedere i 4 punti cardinali e la nostra ubicazione attuale. Ciò non m'impediva, la mattina dopo, di riproporgli itinerari e destinazioni che gli dimostravano chiaramente quanto profonda fosse la mia vaghezza toponomastica.

A Tindari, siamo riusciti ad affrontare l'impervia salita che conduce al Santuario della Madonna Nera. Erano le 12.30 e c'erano circa 40°. Salendo, senza parlare per non sprecare fiato prezioso, abbiamo avuto un paio di visioni mistiche, ma tanta fatica non viene premiata: il Santuario aveva appena chiuso e avrebbe riaperto alle 16. In compenso, appoggiati al muretto che delimita la bella piazza, guardiamo lo spettacolo di una lingua di sabbia bianchissima che si insinua nel mare di un azzurro accecante.... accanto a me, un sospiroso Fiancé scruta il mare e guarda con occhio velato dalla cupidigia il covo di imbarcazioni, sussurando a voce alta perchè io possa sentire "se solo fossimo su una di quelle barche ......"


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