Stranieri: sono 3,8 milioni i lavoratori stranieri, 319 mila i pensionati e 244 mila i disoccupati beneficiari di prestazioni

Inps. Nel 2023 sono 3,8 milioni i lavoratori stranieri, 319 mila i pensionati e 244 mila i beneficiari di prestazioni di disoccupazione. È stato pubblicato oggi l’Osservatorio sugli stranieri.  Per quanto riguarda l’età i non comunitari la metà ha meno di 39 anni. Il 61,8% degli stranieri risiede o lavora in Italia settentrionale, il 23,3% in Italia centrale e il 14,9% nel Mezzogiorno (Italia meridionale e Isole).   Roma, 28 novembre 2024 - Nell’anno 2023 sono i cittadini stranieri, comunitari e non comunitari, presenti nelle banche dati dell’INPS, di cui 3.820.718 (87,2%) sono lavoratori attivi, 319.456 (7,3%) pensionati e 243.870 (5,6%) percettori di prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione o mobilità). Il 73,9%, pari a 3,2 milioni di persone, proviene da Paesi non comunitari, il 6,5%, circa 283 mila, da Paesi comunitari dell’UE15 e il 19,6%, circa 859 mila persone, dai restanti Paesi dell’UE. Dall’analisi per Paese nel 2023 troviamo che i principali Paesi di proven

GIOIOSA MAREA: IL PARROCO NON DORME SUL DEGRADO DELLE CHIESE

Lettera aperta del parroco, rev. Salvatore Danzì, sullo stato delle chiese di San Nicola di Bari e Santa Maria delle Grazie a Gioiosa Marea. I crolli e il terremoto hanno determinato la chiusura al culto dei due sacri edifici, che si protrae ormai da tempo, creando malumore e disagio tra i fedeli e gli abitanti di Gioiosa Marea
Gioiosa Marea (Me), 14/10/2011 - Gli eventi naturali e l’usura del tempo continuano a negarci la possibilità di raccoglierci in preghiera nelle due chiese più carismatiche che la comunità di Gioiosa Marea sente come parte della propria identità:
la Chiesa Madre di San Nicola di Bari e quella di Santa Maria delle Grazie, da quel 24 marzo 2010 in cui crollò l’abside di San Nicola, senza che si provvedesse a rendere nuovamente agibili al culto i due luoghi sacri.

Attorno a tali edifici sacri è sempre vivo il nostro sentimento e il desiderio di intervenire per restaurarli, e il disagio nuoce alla Parrocchia quanto alla Comunità stessa, che sente come una negazione i mancati interventi e il tempo che trascorre come se attorno a tali chiese fosse calato l’oblio.
E’ per questo che ritengo di intervenire per cercare di fare chiarezza sulle cose, così come sono nella realtà e nella loro portata.

Il crollo dell’abside di San Nicola, il 24 marzo 2010

Dopo il malaugurato crollo dell’abside di San Nicola, il 24 marzo 2010, ho immediatamente provveduto a comunicare quanto accaduto a tutte le autorità civili e religiose competenti, con atti validati dalla Curia di Patti, ottenendo il 31 marzo 2010 la risposta della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Messina, che di seguito al sopralluogo svolto nella Chiesa Madre di San Nicola di Bari riconosceva “la necessità di intervenire in somma urgenza, ai sensi dell’art. 147 del DPR 554/99, per un importo di lavori pari a 100.000 euro”, come si legge testualmente nella succitata nota della Sovrintendenza.

Nella stessa lettera la Sovrintendenza fa presente che “ove questo Ente (vale a dire la Parrocchia) non risulta essere in condizione di affrontare la spesa, dovrà comunicare alla scrivente la relativa impossibilità a sostenerla”.
In data 7 aprile 2010 – pertanto - provvedevo a comunicare alla Sovrintendenza di Messina che “la Parrocchia non dispone di mezzi finanziari adeguati per affrontare tale spesa”.
Non credo risulti difficile a chi legge comprendere come una simile somma non possa mai essere alla portata della Parrocchia. Né avremmo potuto mai ottenerla da chicchessia, e tanto meno in prestito o come anticipazione da un istituto bancario, in mancanza di un decreto di finanziamento da parte di un Ente pubblico.
Come se non bastasse, a spegnere ogni velleità, ogni speranza, è intervenuta una lettera dell’Assessorato alla Famiglia della Regione Siciliana, che in data 21 novembre 2010 comunicava che “a causa dell’esiguità delle risorse finanziarie del capitolo 183705 (Interventi finanziari straordinari), le richieste degli enti di culto di tutta la Sicilia, per l’esercizio finanziario 2010, non potranno trovare accoglimento”.

La consapevolezza della necessità di intervenire

Qualcuno potrebbe però pensare che il Parroco di Gioiosa Marea non si fosse mai reso conto degli importanti interventi strutturali di cui necessitavano le chiese di San Nicola di Bari e di Santa Maria delle Grazie. Ma non è affatto così!
Il sottoscritto, infatti, consapevole della necessità di intervenire per i necessari e tempestivi interventi di restauro e messa in sicurezza, ha provveduto negli anni precedenti a fare redigere diversi progetti, compresi i più recenti che risalgono al 2010 e al 2011: uno dell’importo di 1milione e 400mila euro, l’altro dell’importo di 1milione e 500mila euro.

Naturalmente si trattava di progetti destinati ad affrontare in maniera definitiva e strutturale il problema della ristrutturazione e messa in sicurezza delle chiese di San Nicola e di Santa Maria delle Grazie, in una prospettiva diversa da quella che poi è divenuta ‘emergenza’: vale a dire i crolli dell’abside della Chiesa Madre di San Nicola, il terremoto e l’instabilità per la Chiesa di Santa Maria, calamità a quel tempo ancora da venire.

Altri 3 progetti, intanto, erano già stati redatti e avviati al finanziamento senza però riuscire ad ottenere il finanziamento da parte degli enti pubblici cui ci siamo formalmente e ripetutamente rivolti.

Riepilogando, per la ristrutturazione della Chiesa Madre di San Nicola di Bari ho fatto redigere progetti negli anni 2002 – 2006 e 2010, quest’ultimo dell’importo di 1milione e 500mila euro; per la ristrutturazione della Chiesa di Santa Maria delle Grazie sono stati redatti altri 3 progetti, negli anni 2003 – 2008 e 2011, quest’ultimo dell’importo di 1milione e 400mila euro.

Nessun compenso ai progettisti

E’ giusto e opportuno far notare che nessuno dei progettisti in questione ha mai preteso né percepito alcuna somma per il lavoro svolto, accettando semmai di riceve il giusto compenso solo a finanziamento ottenuto e laddove le somme ottenute lo avessero consentito.
Sempre in forma diretta e senza interventi economici esterni, il sottoscritto, subito dopo il crollo dell’abside di San Nicola e all’ordine di chiusura della chiesa di Santa Maria delle Grazie, ha fatto svolgere verifiche tecniche e sondaggi in ambedue le chiese per verificarne la stabilità e le condizioni generali.
L’arciprete non ha affatto dormito

Con questo intendo dire che non ho affatto dormito sulla realtà delle chiese di Gioiosa Marea. Non ho francamente mai trascurato nessun tentativo che potesse consentirci di realizzare i lavori necessari per potere ripristinare e riaprire al culto le chiese che considero la mia vera casa, solo dopo che casa di Dio.
Sono certo che, vista l’impossibilità di trovare le somme necessarie ad eseguire i lavori, se ve lo avessi chiesto nessuno di voi si sarebbe tirato indietro con un’offerta, nei limiti delle possibilità personali o anche di più. Conosco la vostra generosità e la grandezza di cuore che vi lega alla Parrocchia, al paese, alle tradizioni e la patrimonio di Gioiosa Marea.

Ma quanto avremmo potuto raccogliere, vista l’imponenza dei lavori che si richiedono e le ristrettezze dei tempi, le difficoltà che la crisi economica impone ad ogni famiglia e a ognuno di noi?

La crisi economica non agevola la generosità dei fedeli

L’ultima volta si trattò di installare dei climatizzatori nella chiesa del Gesù Buon Pastore, ed a fronte di una spesa complessiva di 5.000 euro ne sono stati raccolti solo 800, considerando che un benefattore ci venne incontro con una donazione di 500 euro.

Di tutto questo vi sono grato e riconoscente, non dubito della generosità dei fedeli ma non dubito nemmeno della dura realtà, che non permette di essere tanto approssimativi da non comprendere che somme così ingenti non sono alla portata di singole famiglie e gli enti da noi interpellati non hanno mai risposto alle nostre richieste. E quando lo hanno fatto è stato solo per comunicarci l’impossibilità di finanziare i lavori.

Dopo il terremoto del 6 giugno 2010

La chiesa di Santa Maria delle Grazie fu chiusa per disposizioni superiori, in seguito alla scossa di terremoto del 6 giugno 2010. Lo stato della chiesa in effetti non presenta segni di grave cedimento né crepe particolarmente profonde, ma la prevenzione e la responsabilità consigliano di precluderla al culto e non possiamo fare diversamente.
In data 2 settembre 2010 – perciò - con lettera protocollo 3085 indirizzata alla Parrocchia, al Vescovo e al Sindaco, la Sovrintendenza di Messina scrive testualmente che “in seguito al sopralluogo svolto presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie sita in Gioiosa Marea, a seguito della segnalazione del reverendo Salvatore Danzì, con nota del 22 giugno 2010, con cui comunicava la chiusura al culto del Sacro Edificio, a far data dal 19 giugno 2010, per problematiche strutturali aggravate dall’evento sismico del 6 giugno 2010, si riconosce la necessità di intervenire con urgenza per un importo di 200.000 euro, ai sensi dell’art. 146 del DPR 554/99”.
Ed ancora testualmente si legge nella nota della Sovrintendenza che “ai sensi della Circolare assessoriale n. 11 del 14 maggio 2003, l’Ente proprietario è tenuto ad eseguire l’intervento in questione. Ove codesto Ente non risulta in condizione di affrontare la spesa dovrà comunicare alla scrivente la relativa impossibilità, e trasmettere il relativo progetto, in linea con gli indirizzi tecnici discendenti dal verbale del sopralluogo”.

In data 20 settembre 2010 - pertanto - come richiesto dalla Sovrintendenza, non essendo la Parrocchia in grado di fare fronte ad una spesa urgente di 200.000 euro, il sottoscritto comunicava a quell’Ufficio “che la Parrocchia non dispone di adeguati mezzi finanziari per affrontare tale spesa”.

Nessun importo è stato mai finanziato

Inutile dire che per questa come per l’altra ‘urgenza’ nessuno ha provveduto a finanziare alcun importo, malgrado il tempo trascorso e le mie ripetute e accorate segnalazioni, richieste e preghiere.
La Parrocchia, come abbiamo visto, avrebbe dovuto disporre di 300.000 euro per fare fronte alle sole ‘urgenze’ relative ai danni subiti dalle chiese di San Nicola e Santa Maria delle Grazie.

Ma come ho già detto non ritengo di essere pessimista o rinunciatario se penso che non è possibile rivolgersi ai pur generosi fedeli di Gioiosa Marea per cercare di portare nelle casse della Parrocchia l’ingente somma di 300.000 euro, che è il costo stabilito dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Messina per fare fronte ai soli lavori urgenti, senza considerare che l’evoluzione dei costi e le possibili maggiori necessità in corso d’opera potrebbero far crescere ulteriormente questo importo.

Sono sempre validi - peraltro – i più definitivi progetti di cui vi ho già parlato ma si tratterebbe di attendere finanziamenti ancora più rilevanti e la stessa risposta dell’Assessorato alla Famiglia della Regione Siciliana ci fa capire come le istituzioni tendano sempre più a ridurre i loro stanziamenti, dando risposte negative alle pur legittime richieste. Come legittima ed accorata è la nostra, per le chiese di Gioiosa Marea.

Il Parroco
Rev. Salvatore Danzì
Arciprete di Gioiosa Marea

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