Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

OLIVERI, CHIEDONO IL PIZZO AL GIOSTRAIO. LUI DENUNCIA E IN 4 FINISCONO IN MANETTE

Messina, 1 sett 2009 - Avevano chiesto il pizzo ad un giostraio di Oliveri, nel messinese, che pero' ha preferito denunciare anziche' piegarsi al racket. Cosi' gli agenti del Commissariato di Patti hanno fatto scattare le manette per quattro pregiudicati del clan mafioso di Mazzara' Sant'Andrea. Tutti sono accusati di tentata estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso.

L'operazione, denominata 'Luna Park', e' scattata ieri sera. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip del tribunale di Messina, Walter Ignazzitto, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. In carcere sono finiti Francesco Ignazzitto, 50 anni di Barcellona Pozzo di Gotto, Zamir Dajcaj, 36 anni, albanese, ma residente a Terme Vigliatore, Carmelo Salvatore Trifiro', 37 anni di Terme Vigliatore, ed Enrico Fumia, 43 anni di Mazzarra' Sant'Andrea. La procura aveva chiesto l'arresto per un quarantunenne, denunciato a piede libero.

Nei confronti di Trifiro' e di Fumia i provvedimenti sono stati notificati in carcere. Secondo gli inquirenti, coordinati dai sostituti procuratore della Dda, Fabio D'Anna e Antonino Nastasi, gli indagati hanno compiuto, tra il 2007 e il 2009, tentativi di estorsione ai danni di un giostraio che gestisce nel periodo estivo il luna park sul lungomare di Oliveri. Gli emissari dei mazzaroti, tutti noti in zona per la caratura criminale e legati al boss Tindaro Calabrese, esponente di spicco della frangia dei mazzaroti, si sono presentati dal giostraio per la prima volta nel 2006. Gli avevano fatto capire le loro intenzioni lasciando due bottiglie di liquido infiammabile davanti al luna park. Poi si sono rivolti al giostraio chiedendogli 30 mila euro per la messa a posto.

Anzi, per ''gli orfanelli dei carcerati del clan''. L'uomo non ne ha voluto sapere di pagare ed e' riuscito a tenerli lontani, prima chiedendo l'incontro con un mediatore - gli era stato suggerito di rivolgersi ad Ignazitto - poi chiedendo di dilazionare il pagamento. Quando i quattro sono finiti in carcere (coinvolti nei blitz antimafia Vivaio e Pozzo), il giostraio e' stato avvicinato dagli emissari. Fino a quando, il mese scorso, non si e' presentato, minacciando ritorsioni pesanti, Ignazzitto in persona. A quel punto il titolare del luna park ha capito che non averebbe potuto contenere ancora a lungo le pretese del racket e, dopo aver rimandato per l'ennesima volta il pagamento, si e' rivolto alla Polizia. (Asca)

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