Il mare “carta del mazzo” che l’Italia non ha mai giocato per essere competitiva in Europa e nel mondo

MARE, RISORSA PER COLMARE DIVARIO NORD-SUD.  INFRASTRUTTURE, PORTI E ZES LA CHIAVE PER LA CRESCITA DEL MEZZOGIORNO.  Al Palazzo Biscari di Catania il X Convegno di Ance Giovani.   Tra gli interventi il ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare Nello Musumeci e il sottosegretario per le Infrastrutture e i Trasporti Tullio Ferrante   CATANIA, 20/04/2024 - Il mare è la “carta del mazzo” che l’Italia non ha mai giocato per tornare a essere competitiva in Europa e nel mondo. Con assetti geopolitici nel mar Mediterraneo in continuo cambiamento a seguito della crisi del canale di Suez, il Mezzogiorno può tornare a essere protagonista. Questo a patto di una programmazione seria e concreta, che manca da oltre un secolo, e che possa lasciarsi alle spalle la “questione meridionale”, concentrandosi su una più larga scala. Una sfida lanciata al Palazzo Biscari di Catania dal ministro delle Politiche del Mare  Nello Musumeci , in occasione del  X Convegno Giovani Ance del Mezzogior

ANNO GIUDIZIARIO A MESSINA, PRESIDENTE FAZIO: "NON SIAMO UNA CASTA DI POLTRONI"

Messina, 30 gen. - "La magistratura non intende 'chiamarsi fuori', riversare sugli altri poteri dello Stato l'intera responsabilita' della disfunzione giudiziaria". Lo dice con fierezza il primo presidente della Corte d'Appello di Messina, Nicolo' Fazio, nel discorso d'inaugurazione dell'anno giudiziario, e aggiunge: "Ma non puo' nemmeno farsi carico di colpe altrui, non puo' non ribadire in questa sede
che senza innovazioni legislative di vasta portata, senza una consistente provvista di risorse umane e materiali, la giustizia affondera' nella palude, scuotendo le fondamenta dello Stato di diritto".
Il presidente Fazio ringrazia quindi tutti i colleghi magistrati, requirenti e giudicanti, "che assolvono i loro compiti con entusiasmo e abnegazione non comuni, in condizioni a volte proibitive, comunque di notevole disagio e di incomprensione". La crisi della giustizia per il magistrato e' dovuta alla lentezza dei tempi di decisione dei giudizi, civili e penali e la causa e' "una legislazione sostanziale invasiva, che produce, per un verso, un contenzioso civile a volte corrivo e fittizio e, per l'altro, espande l'area di rilevanza penale sino a ricomprendervi fatti di modesto allarme sociale.

Vi fa riscontro un apparato processuale vetusto e pletorico, che sacrifica il valore della giustizia sull'altare di un esasperato garantismo. La combinazione di questi fattori ha prodotto un arretrato impressionante, la palla al piede di qualsiasi riforma di merito e di rito". Per il presidente Fazio "guai infatti a ritenere che la crisi sia solo ordinamentale, che la magistratura sia una casta, un corpo pigro e nel contempo privilegiato, che basti percio' 'riposizionare' il giudice, vigilare sul suo operato e sulla progressione di carriera e soprattutto elevarne il rendimento". Dall'analisi dei dati statistici emerge come l'attuale dotazione degli organici "non e' sufficiente manco a smaltire la sopravvenienza degli affari, tanto civili che penali. Percio', se si vuole azzerare l'arretrato, non vi e' altra alternativa: o si aumenta il numero dei giudici o si percorre la strada del riformismo straordinario, sostanziale e processuale". Il presidente della Corte d'Appello di Messina boccia la riforma del "processo breve" che il Governo Berlusconi si accinge a varare. "La verita' -spiega - e' che i tempi del giudizio non possono essere dettati legislativamente; e' la capacita' del sistema-giustizia a dettarli, un sistema allo stato arrugginito, inefficiente, non dotato di uomini e mezzi sufficienti. Cosicche' il cosiddetto processo breve finira' per rovesciare sui giudici, sotto forma disciplinare e contabile, le responsabilita' del sistema, esigendo che essi producano al di sopra delle loro capacita' umane". Fazio ha lanciato un appello all'avvocatura messinese a fare quadrato, perche' "uniti - ha detto - si puo' resistere agli attacchi frontali di chi opina che il servizio da noi reso sia un gioco velleitario, un'inutile esercitazione o peggio il frutto avvelenato di una collusione con i cosiddetti poteri forti, identificati ora con associazioni segrete, ora con i gruppi economici dominanti, ora addirittura con le organizzazioni criminali. Una storiella che si sente ripetere, che si accredita con fantasiose dietrologie mediatiche, quasi che le aule di giustizia fossero luoghi di baratto e di mercimonio". (AGI) Cli/Pa/Mrg

Commenti

  1. Che Berlusconi critichi la magistratura in quanto questa stà indagando ( e fa bene!) sui misfatti compiuti in quel di Milano, e non perchè non sia corretta, è vero; ma che le cause siano troppo lunghe è anche vero! Che molti giudici si sentano padroni del mondo, è anche vero ( l'ho vissuto io a Civitavecchia, Tivoli, S.M.Capua Vetere,Roma!)
    E' solo questione di carenza di personale?!?

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