Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro

Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro.  Una dipendente dell’Ufficio del processo presso il tribunale di Catania ha chiesto e ottenuto la proroga del distacco presso un’altra sede lavorativa, a tutela della sua incolumità. 8 mag 2024 - Dopo essere stata assunta a tempo determinato, la dipendente è stata vittima di violenze, regolarmente denunciate, che l’hanno costretta a chiedere il distacco dalla propria sede lavorativa perché non si sentiva più al sicuro. Il Tribunale di Catania le aveva però concesso il distacco fino a settembre 2024. Nel frattempo, la donna aveva denunciato altri reati contro la sua persona e il ritornare nella sede assegnatagli avrebbe messo a serio repentaglio la sua incolumità. Per tale ragione si è rivolta allo studio legale Leone-Fell & C. per ottenere la necessaria tutela. “Vista la gravità della situazione, abbiamo inoltrato un’istanza al ministero di Giustizia – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca ch

U CUNSULU, IL QUARTIERE STORICO DEGLI ARTIGIANI “SULLE TRACCE DELLA MODICA ANTICA

Si chiude con l’appuntamento di venerdì 22 novembre alle ore 18,00, al Circolo di Vittorio di Modica Alta, la rassegna di IngegniCultura “Sulle tracce della Modica Antica, uomini e storie , segni e parole”avviata a maggio e sviluppatasi nell’arco di sei mesi,con tanti incontri che hanno valorizzato luoghi e persone
Modica (Rg), 16/11/2013 - Rinviata alla primavera del prossimo anno la tavola rotonda, prevista in programma per il 13 dicembre 2013.
Tema dell’incontro “U Cunsulu, il quartiere storico degli artigiani a Modica”. Relatore Giancarlo Poidomani, professore associato di Storia contemporanea nel Dipartimento di Scienze politiche dell’Università degli studi di Catania. Coordinerà i lavori Mario Incatasciato, presidente di IngegniCultura collaborato dal socio Peppe Casa che ha curato, tramite un dvd che sarà messo a disposizione dei presenti, il censimento di tutte le attività artigianali presenti nella zona alta di Modica già dal secolo scorso. Allieterà la serata .con musiche a tema, il duo Guido Cicero e Saro Cannizzaro. Non mancheranno come al solito le testimonianze di artigiani storici del quartiere Consolo. Farà gli onori di casa il presidente del Circolo”G. Di Vittorio”, Enzo Roccasalva.

Leitmotiv della rassegna di IngegniCulturaModica edizione 2013, è stato raccontare la storia di un territorio , portando il visitatore là dove quella storia si è materializzata, nei luoghi e nei siti che ne documentano lo svolgimento storico, i valori culturali e gli aspetti artistici ,unificando idealmente eventi e luoghi con l’intento di raccontarli attraverso testimonianze, materiali e immateriali.
E a questa finalità non può di certo sottrarsi l’appuntamento previsto per il 22 novembre.
Di scena il quartiere “Consolo”, fino al secolo scorso insediamento artigianale e campionario d’eccellenza dei mestieri praticati e diffusi nell’antica Modica.
Modica e tutto il territorio che costituì la Contea nell’antichità era centro esclusivamente agricolo. Ma non è possibile un’attività agricola senza il supporto di un artigianato che costruisse gli strumenti necessari per essa. Mentre molitura e panificazione potevano essere fatte nella masseria, è difficile pensare che zappe , vanghe, falci, aratri potessero essere prodotte dal contadino. Ma anche mobili per la casa, abiti, tessuti esigevano un’abilità che non poteva possedere il contadino. Assieme, quindi, all’attività preminente, l’agricoltura, e cioè la coltivazione dei campi e l’allevamento, è esistita nell’antichità un’ attività artigianale che si è ampliata e sviluppata nel corso dei secoli. Una precisa descrizione delle arti presenti nella contea di Modica si ha nel secolo XVI attraverso un famoso documento “Statuta, capitula, ordinationes et pandecte totius comitatus Mohac”, emanato dal governatore Bernaldo del Nero, in nome del conte Ludovico Enriquez de Caprera, finito di redigere il 6 dicembre 1541 nel castello di Modica.

Le ordinazioni prevedono sei corporazioni: mastri custureri (sarti), muratori, curviseri (calzolai e conciatori di pelli), mastri d’axa seu carpinteri (falegnami e carpentieri), firrari (fabbri), cordari. Le professioni artigianali non erano solo quelle riconosciute come corporazioni, altre arti erano presenti nella città della contea: carradore, panniere e tessitore, ricamatrici, bordonaro, lettighiere, mugnaio, panettiere, macellaio, salumiere, barbiere, maniscalco, carrettieri,vascellari, lavoratori della neve. A questi si aggiungono gli artisti: i pittori, gli scultori di pietra e di legno, orafi e cesellatori. C’era ancora chi faceva fiaschi, mortai e scodelle di legno; cannate e creta stagnata, candele, pentole e piatti di stagno, quartare di creta, coltelli e forbici, canestri di verga, crivelli per separare il frumento dalle stoppie, mortai di pietra, stadere, pettini per telai,
Non mancavano i sellai, che producevano anche i vari finimenti per le bestie e i maniscalchi.
Molte donne svolgevano mestieri collegati all’arte tessile e manifatturiera. C’erano calzettaie,cardatrici,filandiere,ricamatrici.
Vivace e variegato, ieri e oggi, il mondo dell’artigianato, a testimonianza di una società estremamente attiva e laboriosa.
Individuare i nomi di coloro che erano impegnati in determinati mestieri e professioni significa comprendere in quale misura queste attività oggi siano una sorta di eredità che potrebbe fornire suggestioni interessanti anche per comprendere l’attuale società iblea.
L’insieme delle peculiarità sembra essere un patrimonio culturale condiviso e sacralizzato nella memoria collettiva, talché il “nuovo” tragga forza e ragione dal “passato”.
La tutela e la riqualificazione ambientale, insieme al recupero dei valori perduti, rappresenta oggi, in un momento di grave crisi , un investimento di risorse per produrre nuovi ed originali valori economici.

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