
03/01/2015 - Matteo Renzi scrive una lettera alle democratiche e ai democratici disegnando in modo 'sintetico' il cronoprogramma dell'anno 2015 con l'obiettivo dichiarato di "continuare a vincere. Ora che abbiamo iniziato, vorrei che ci prendessimo gusto. Perché questo è il senso del nostro 2015. Forse non riusciremo a fare meglio del 2014, ma dovremo dare il meglio di noi. E, in Europa, spiegare che cambiare verso non serve solo all'Italia. Ma è l'unico modo per salvare la crescita nel nostro continente."
"Care amiche e cari amici, cari compagni del Partito Democratico, - si legge nella lettera agli iscritti al PD - inizia un 2015 carico di sfide. Non posso garantirvi che per il nostro partito riusciremo a fare meglio del 2014. Tecnicamente è quasi impossibile: abbiamo vinto praticamente ovunque e sfondato il muro del 40%. Siamo al governo di moltissime regioni, di moltissimi comuni. Il nostro Governo è fortemente trainato dalla spinta del PD. In Europa rappresentiamo il partito più votato e anche quello che più di tutti spinge per un cambiamento radicale delle politiche economiche di Bruxelles. Insomma, ci lasciamo alle spalle un anno straordinario."
Nel 2015 cercheremo di continuare a vincere. Ora che abbiamo iniziato, vorrei che ci prendessimo gusto. Ma dobbiamo anche fare formazione politica, tanta e di qualità: ci stiamo lavorando in segreteria e vedrete presto un fiorire di iniziative in questo senso.
Perché questo è il senso del nostro 2015. Forse non riusciremo a fare meglio del 2014, ma dovremo dare il meglio di noi. E, in Europa, spiegare che cambiare verso non serve solo all'Italia. Ma è l'unico modo per salvare la crescita nel nostro continente.
Cerco di essere sintetico.
Nel 2015 porteremo a termine l'iter parlamentare delle riforme costituzionali. È un lavoro di portata storica. Faremo chiarezza sul ruolo delle regioni, elimineremo gli enti inutili, semplificheremo il processo legislativo. Davvero un grande passo in avanti.
Il Parlamento dovrà licenziare la legge delega sulla pubblica amministrazione. Meno sprechi, tempi certi delle risposte da parte del pubblico, grande investimento nel digitale, semplificazione e efficienza. Perché i tanti bravissimi funzionari pubblici che lavorano con onore hanno il diritto di non essere infangati da furbetti e furbastri.
Il campo dei diritti, dalla riforma del terzo settore alle unioni civili fino allo ius soli temperato, è il settore dei lavori parlamentari subito dopo le riforme costituzionali. Trovare un punto di equilibrio non sarà una passeggiata, ma è un nostro preciso impegno davanti agli elettori. Tuttavia la vera riforma che rimette in moto l'Italia è quella che tiene insieme la sfida educativa – partendo dalla scuola (iniziate a segnarvi questa data: 22 febbraio, Roma) – con l'innovazione culturale, dalla Rai ai musei, dal teatro all'opera, dal cinema al design. Qui sta l'identità italiana. Qui sta la ricchezza dei nostri figli. Qui sta il nostro passato e il nostro futuro.
Ci siamo dati una cadenza ordinata per le nuove iniziative di legge.
C'è molto da fare. Lo faremo. Senza ansia, senza angoscia, senza paura. Ma lo faremo velocemente.
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