Stretto di Messina: filmato squalo bianco di tre metri vicino alla spiaggia

Reggio Calabria, filmato squalo bianco femmina di oltre tre metri a pochi metri dalla spiaggia. Due pescatori diportisti hanno ripreso l'esemplare dalla loro barca 29/04/2024 - Lo Stretto di Messina è un habitat ideale per la riproduzione degli squali. E con l’avvicinarsi della stagione estiva è tempo di bagni. E per i più fortunati l'occasione di tuffarsi in mare è quanto mai vicina. Ma la recondita paura di vedersi galleggiare intorno una pinna a filo dell'acqua a volte riaffiora, è proprio il caso di dirlo, un pochino nella testa di tutti noi. Stavolta è accaduto davvero vicino la riva di Reggio Calabria, più precisamente nelle acque di fronte la località Pentimele, nella periferia Nord di Reggio, il 24 aprile 2024.   «Questo è uno squalo bianco», dicono meravigliati i pescatori mentre osservano ciò che accade dinanzi la loro barca”. Nelle immagini registrate si vede il pescecane girare nelle vicinanze della barca, forse a causa delle esche gettate in acqua, per poi ripr

MILAZZO, VISITA DELLA COMMISSIONE AMBIENTE DEL SENATO

Come ampiamente anticipato dalla stampa, nella mattinata di oggi, lunedì 14 settembre, è arrivata a Milazzo la Commissione Ambiente del Senato, allargata ad alcuni Deputati e alle Amministrazioni dei Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela
14/9/2015 - Il primo momento è stata la visita alla Raffineria di Milazzo per conoscere le strutture produttive e tutto ciò che è stato sin qui fatto, anche in termini di investimenti.
Quindi nell’aula consiliare del Comune le audizioni di amministratori comunali e rappresentanti delle associazioni ambientaliste. Ad essere ascoltati dal presidente Giuseppe Marinello, dal vice Aldo Di Biagio e dai componenti Laura Bignami, Domenico Scilipoti e Bruno Mancuso, innanzitutto la rappresentante della prefettura, Maria Antonietta Cerniglia, quindi la dottoressa Teresa Romeo per l’Ispra, il presidente dell’Autorità portuale, Antonino De Simone e poi il sindaco di Milazzo e gli amministratori di San Filippo del Mela, Pace del Mela e San Pier Niceto.

Assenti invece gli assessori regionali Luigi Croce e Vania Contraffatto e i vertici dell’Arpa.
Alle audizioni hanno assistito anche i parlamentari della zona Tommaso Currò, Maria Tindara Gullo e Alessio Villarosa. Sia gli amministratori locali, sia soprattutto le associazioni ambientaliste hanno infatti messo in risalto tutta una serie di discrasie che oggi hanno determinato questa stato di “crisi ambientale”, così come riconosciuto anche dal decreto dell’Alto rischio varato dalla Regione nel 2002, ma rimasto sino ad oggi solo un foglio di carta. In particolare sono stati sottolineata l’inadeguatezza del sistema di monitoraggio, la mancanza di un Piano di risanamento e i rischi di nuovi insediamenti (su tutti il termovalorizzatore alla Centrale Edipower).

Il sindaco Giovanni Formica è stato ascoltato questa mattina dai componenti della Commissione Ambiente del Senato presieduta dal senatore Giuseppe Marinello. Nel fare il punto della situazione sullo stato del territorio, il primo cittadino ha rilanciato una proposta “concreta e di immediata attuazione”, richiamando una norma, l’art. 113 della Finanziaria nazionale del 2001 che prevede che il Governo nazionale, d'intesa con la Conferenza Unificata Stato-regioni, definisca le compartecipazioni ai tributi erariali con finalità ambientale per quei Comuni sede di impianti di raffinazione.
“La salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini deve essere una priorità della politica. Il costo per la riparazione di tali danni è talmente elevato che nessun Comune è in grado di risolverlo con le proprie forze economiche. Eppure esiste una norma nazionale che dovrebbe aiutare i Comuni in tal senso”.

“Sono, in pratica – ha detto Formica - soldi recuperati e che, come recita la legge, non hanno carattere di compensazione del rischio ambientale e sanitario ma devono essere finalizzati a programmi di salvaguardia e di sviluppo ecocompatibile del territorio. Rimanendo, comunque, punto fermo per le aziende l'obbligo di protezione della salute e dell'ambiente e di rispetto della sicurezza”.
L’articolo in questione della Finanziaria 2001 diceva però anche che il provvedimento si doveva attuare entro sei mesi dalla sua approvazione. Si sono succeduti due governi e la norma non ha mai trovato attuazione. Tutto ciò a discapito dei Comuni.
“Ritengo che ci siano le condizioni per riprendere il discorso – ha detto da parte sua il presidente Marinello – anche perché questi impianti – inutile negarlo - negli anni hanno contribuito a un processo di degrado ambientale e creato consequenziali danni alla salute dei residenti. Per ogni miliardo di euro riscosso, lo Stato versa circa il 10% al Fondo per le regioni (tutte le regioni, anche quelle non sede di impianti) mentre nulla è stato riconosciuto ai Municipi interessati”.

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