Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

IMPRENDITORE ANTIUSURA DENUNCIA: “MI STANNO VENDENDO ALL’ASTA L’UNICA CASA”

Palermo, 22 giugno 2016 – Prima dissanguato da una banda di usurai poi stritolato dalla banca che gli sta vendendo all’asta, per una cifra ridicola, l’unica casa dove vive con la sua famiglia, adesso cita in giudizio il Monte dei Paschi – Italfondiario, supportato dall’associazione antiracket e antiusura ‘S.O.S. Impresa’ il cui presidente è il senatore Costantino Garraffa. Protagonista di questa storia Ignazio La Barbera, imprenditore palermitano commerciante di gioielli, che ha coraggiosamente denunciato una banda di usurai e che oggi, alla luce dei risultati di una perizia, ha intrapreso una nuova battaglia decidendo di denunciare la banca che lo ha ridotto sul lastrico.

“Il mio calvario - dice - non è terminato . Dopo avere denunciato i miei usurai ed estortori, lo stato mi ha riconosciuto lo status di vittima ma oggi rischio di perdere l'unico bene che mi è rimasto, la casa dove vivo con la mia famiglia messa all'asta dalla banca Italfondiario per una somma irrisoria rispetto al valore dell'immobile .
La casa, valutata dalla stessa banca un miliardo e mezzo, fu ipotecata per un prestito di cinquecento milioni delle vecchie lire concesso dalla banca per pagare gli usurai, trecento milioni dei quali già restituiti. Nonostante la consistenza del mio patrimonio e la garanzia dell’ipoteca privilegiata, mutuo fondiario che impedisce ad altri eventuali creditori di rivalersi sull’immobile, la banca mi ha dichiarato fallito. E’ superfluo spiegare che tale ‘colpo di grazia’ ha determinato la chiusura della mia attività e la conseguente impossibilità di saldare il mio debito.

Ciò nonostante, nel corso degli anni ho fatto numerosi versamenti alla banca per un totale di circa centoquarantamila euro, ma il meccanismo perverso della banca ha fatto sì che il mio debito originario aumentasse sino a diventare sproporzionatamente irraggiungibile.
Ebbene da un'analisi fatta oggi da un perito di parte, consulente del tribunale, in base agli estratti conto della banca risultano applicati interessi usurai per diverse centinaia di migliaia di euro, interessi che non mi hanno consentito di poter saldare il debito”.

Secondo il perito di parte, dai conteggi fatti, il La Barbera è creditore nei confronti della banca di circa duecentosessantamila euro e per questi motivi lo stesso ha deciso di denunciare la banca per usura e anatocismo.

“Voglio trascinarli in giudizio penale e civile – conclude. Con la mia famiglia e gli avvocati Fausto Amato e Marcella Alberghina abbiamo deciso di chiedere un risarcimento per tutte le sofferenze che questa banca ci ha procurato”.


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