Con la didattica a distanza diminuisce la
partecipazione degli alunni con disabilità. Inclusione scolastica a rischio con la didattica a distanza L’attivazione della Didattica a distanza (DAD), resa obbligatoria a partire dal 9 aprile 2020 (d.l. 8 aprile 2020, n.22) per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid-19, ha rappresentato un ostacolo al proseguimento dei percorsi di inclusione intrapresi dai docenti, riducendo sensibilmente la partecipazione degli alunni con disabilità.
09/12/2020 - Nell’anno scolastico 2019-2020 aumenta ancora il numero di alunni con disabilità
che frequentano le scuole italiane (+ 13 mila, il 3,5% degli iscritti).
In crescita anche il numero di insegnanti per il sostegno, con un rapporto alunno-
insegnante migliore delle previsioni di legge, ma il 37% non ha una formazione
specifica.
Carenti gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione nel Mezzogiorno, dove il
rapporto alunno/assistente è di 5,5, oltre 13 in Campania e in Molise. Scarsa l’accessibilità per gli alunni con disabilità motoria (solo nel 32% delle
scuole) e molto critica la disponibilità di ausili per gli alunni con disabilità
sensoriale (2%).
1 su 4
Le scuole carenti di
postazioni
informatiche per gli
alunni con disabilità
Valle d’Aosta ed ’Emilia- Romagna le
regioni più virtuose (85% di scuole
provviste di postazioni)
23%
Quota di alunni con
disabilità che non
hanno partecipato
alla DAD tra aprile e
giugno
+60mila
Gli alunni con altri
bisogni educativi
speciali
Rappresentano l’11% degli iscritti nella
scuola secondaria e il 6,5% nella scuola
primaria di primo grado
L’INCLUSIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ
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L’attivazione della DAD ha reso più complesso un processo delicato come quello dell’inclusione
scolastica. La presenza in aula, le relazioni con i propri compagni, il sostegno di figure competenti
opportunamente formate, la presenza e la fruibilità di tecnologie adeguate, l’accessibilità dello spazio,
giocano un ruolo fondamentale nel favorire la partecipazione degli alunni con disabilità a una didattica
inclusiva.
Le politiche di inclusione attuate negli anni hanno favorito un progressivo aumento della
partecipazione. Nell’anno scolastico 2019/2020 gli alunni con disabilità 1 che frequentano le scuole
italiane sono quasi 300 mila 2 (pari al 3,5% degli iscritti), oltre 13 mila in più rispetto all’anno
precedente, con un incremento percentuale, ormai costante negli anni, del 6% 3 .
Tuttavia, con la Didattica a distanza, i livelli di partecipazione sono diminuiti sensibilmente, tra aprile e
giugno 2020, oltre il 23% degli alunni con disabilità (circa 70 mila) non ha preso parte alle lezioni 4 ,
quota che cresce nelle regioni del Mezzogiorno dove si attesta al 29%.
Gli altri studenti che non
partecipano costituiscono invece l’8% degli iscritti. Anche in questo caso si riscontrano ampie
differenze territoriali: le regioni del Centro si distinguono per la più bassa percentuale di studenti
esclusi (5%) mentre nel Sud del Paese la quota risulta quasi raddoppiata (9%).
I motivi che hanno reso difficile la partecipazione degli alunni con disabilità alla Didattica a distanza
sono diversi; tra i più frequenti sono da segnalare la gravità della patologia (27%), la mancanza di
collaborazione dei familiari (20%) e il disagio socio-economico (17%). Per una quota meno
consistente ma non trascurabile di ragazzi, il motivo dell’esclusione è dovuto alla difficoltà
nell’adattare il Piano educativo per l’inclusione (PEI) alla Didattica a distanza (6%), alla mancanza di
strumenti tecnologici (6%) e, per una parte residuale, alla mancanza di ausili didattici specifici (3%).
Le difficoltà di carattere tecnico e organizzativo, unite alla carenza di strumenti e di supporto adeguati
e alle difficoltà d’interazione, hanno reso quindi la partecipazione alla DAD più difficile per i ragazzi
con disabilità, soprattutto in presenza di gravi patologie, o se appartenenti a contesti con un elevato
disagio socio-economico. Tali complessità hanno ostacolato o interrotto del tutto il percorso didattico
intrapreso da molti docenti, impedendo il conseguimento di uno degli obiettivi che una scuola
inclusiva si pone ancor prima dell’apprendimento: quello della socializzazione.
Gli insegnanti per il sostegno che nell’anno scolastico 2019/2020 operano nelle scuole italiane sono
poco più di 176 mila. A livello nazionale il rapporto alunno-insegnante (pari a 1,7 alunni ogni
insegnante per il sostegno) è migliore di quello previsto dalla Legge 244/2007 che raccomanda un
valore pari 2. (fonte MIUR).
Tuttavia, il numero di insegnanti specializzati risulta ancora insufficiente; la richiesta di queste figure
aumenta di anno in anno più velocemente di quanto non cresca l’offerta. Per questa ragione nel 37%
dei casi si selezionano i docenti per il sostegno dalle liste curricolari; si tratta di docenti individuati per
rispondere alla carenza di insegnanti per il sostegno, ma che non hanno una formazione specifica per
supportare al meglio l’alunno con disabilità. Questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord,
dove la quota di insegnanti curricolari che svolgono attività di sostegno sale al 47% mentre si riduce
nel Mezzogiorno attestandosi al 24%.
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