1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

GIOIOSA MAREA: IL 18 FEBBRAIO L’UDIENZA PRELIMINARE PER IL FURTO SACRILEGO NELLA CHIESA MADRE, DOPO L’ARRESTO DEL PRETE DEL KENIA

Padre Davide Ingodi Olusi
Il Comune di Gioiosa Marea si costituirà parte civile nei confronti dell’autore del furto sacrilego, Padre Davide Ingodi OLUSI, sacerdote originario del Kenya, ed eventualmente nei confronti della congregazione dalla quale il sacerdote dipende

Gioiosa Marea (Me), 13/02/2015 – Il giudice dell’udienza preliminare presso il tribunale di Patti, dott. Ugo Molina, ha fissato alla data del 18 febbraio prossimo, alle ore 9.30, l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio di Padre Davide Ingodi OLUSI, nato il 20 ottobre 1972, il sacerdote originario del Kenya accusato del furto sacrilegio commesso la notte del 22 aprile 2013 nei locali dell’ufficio parrocchiale della chiesa di San Nicola di Gioiosa Marea, dove si trovavano custoditi gli oggetti sacri della Madonna delle Grazie, della Madonna delle Lacrime e del patrono San Nicola. Il rinvio a giudizio del sacerdote accusato del furto è stato chiesto dal Pubblico ministero Francesca Bonanzinga, che sostiene l’accusa, mentre l’imputato sarà difeso dall’avv. Stefano Petrillo del foro di Roma, con studio ad Albano Laziale (Rm).

Padre Davide Ingodi OLUSI dovrà rispondere “dei reati di cui agli articoli 624 bis, 625 e 61, per essersi impossessato di oggetti in oro e oggetti sacri per un valore complessivo di 100mila euro, di proprietà della Parrocchia di San Nicola di Gioiosa Marea, dove gli oggetti si trovavano custoditi all’interno di un vano chiuso a chiave e adibito a cassaforte. Il fatto è aggravato dalla destinazione delle cose a pubblica riverenza, trattandosi di oggetti sacri, dall’avere agito contro un ministro del culto, il sac. Salvatore Danzì, dall’abuso della qualità di sacerdote, nonché approfittando dell’ospitalità e della fiducia ripostagli da padre Danzì, posto che David Olusi soggiornava nell’appartamento sottostante l’ufficio parrocchiale e conosceva il posto dove il parroco custodiva la chiave della cassaforte”.
Parte offesa nel processo è padre Salvatore Danzì, arciprete di Gioiosa Marea.

Come si ricorderà, il fatto suscitò stupore e profonda indignazione nella comunità parrocchiale e nell’opinione pubblica, anche per l’accoglienza che la cittadina di Gioiosa Marea aveva riservato al prete di colore. Una volta constatata la scomparsa degli oggetti sacri custoditi nella cassaforte dei locali parrocchiali, non fu difficile risalire all’autore del furto. Ogni movimento del sacerdote kenyota – infatti – era stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza, come appurato dalle Forze dell’ordine, che hanno successivamente fornito al magistrato gli elementi attraverso cui risalire all’identità del ladro, identificato in Padre Davide Olusi.
sac. Salvatore Danzì
Il giorno seguente il furto sacrilego, il 23 aprile 2013, Padre Davide partiva da Gioiosa Marea alla volta di Roma, sua sede presso la Congregazione delle Suore Figli di S. Anna, dove è stato fondato un ramo maschile della Congregazione di cui fa parte. Il 5 settembre 2013, dopo lunga e incessante attività investigativa, i Carabinieri di Gioiosa Marea (che avevano operato in collaborazione con i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma-Trastevere), sottoponevano a fermo di Polizia Giudiziaria il sacerdote, originario del Kenya, Padre Davide OLUSI, accusato di essere l’autore del furto di oggetti aurei donati dai fedeli alla Madonna delle Grazie, alla Madonna delle Lacrime ed al patrono San Nicola, all’interno della chiesa di San Nicola di Gioiosa Marea (ME).

A metà agosto il parroco della chiesa gioiosana, sac. Salvatore Danzì, aveva denunciato presso la locale Stazione dei Carabinieri il furto di monili, per un valore stimato di oltre 100.000 euro. Le immediate indagini, avviate dai militari dell’Arma che hanno agito sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti, hanno consentito, anche grazie all’ausilio di attività tecniche e di analisi dei conti correnti bancari, di identificare il sacerdote keniano quale autore del furto. Padre Davide OLUSI, nel recente passato, aveva prestato più volte il proprio servizio nel Comune di Gioiosa Marea (ME), soggiornando presso la parrocchia, e fornendo un supporto alle attività ecclesiastiche della comunità, diventando molto popolare tra i fedeli locali e guadagnandosi la fiducia incondizionata del parroco locale.

Il 20 maggio 2013, Padre Davide OLUSI era partito da Roma per il Kenia, da dove ha fatto rientro il 5 settembre 2013. Intanto le indagini avevano fatto il loro corso e i Carabinieri di Gioiosa Marea avevano fornito al magistrato tutti gli elementi utili per spiccare l’ordine di fermo, presso l’aeroporto di Fiumicino a Roma, lo stesso giorno dell'arrivo (5 settembre 2013 alle ore 5.30), orario previsto dello sbarco a Roma di Padre Davide. Fatto rientro in Italia, i Carabinieri della Compagnia di Roma-Trastevere, delegati dall’Autorità Giudiziaria di Patti ad effettuare una perquisizione domiciliare nei luoghi in cui l’indagato dimora nella Capitale, lo hanno atteso presso l’Aeroporto di Roma-Fiumicino, accompagnandolo presso la propria abitazione.

Nel corso della perquisizione venivano rinvenute e sequestrate alcune ricevute dei versamenti di denaro contante ed il bonifico effettuato nonché un computer portatile.
Sussistendo numerosi e gravi indizi di colpevolezza dei reati di furto e riciclaggio, nonché essendovi un concreto pericolo di fuga, i militari procedevano nei confronti del sacerdote al fermo di polizia giudiziaria. Dopo le formalità di rito, su disposizione dell’A.G., veniva condotto e ristretto presso la Casa Circondariale di “Regina Coeli” a Roma.
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13/01/mm

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